Una donna libera da false fedeltà
Mary Daly (16 ottobre1928, Schenectady, New York – 3 gennaio 2010, Gardner, Massachusetts).
Filosofa, teologa, femminista radicale, è stata tra le più potenti creatrici di pensiero, linguaggio e visione generate dal Movimento Femminista degli anni Settanta.
Figlia unica di una famiglia irlandese, fiera e consapevole delle radici pre-cristiane della sua cultura d’origine, fu sostenuta in particolare dalla madre nelle sue scelte di studio. Dopo essersi laureata in Religione, nel 1953, presso il Saint Mary’s College di Notre Dame, Indiana, per specializzarsi in teologia – studio precluso alle donne in quegli anni negli Stati Uniti – si iscrisse all’Università di Friburgo, in Svizzera, dove conseguì una seconda laurea (summa cum laude) in Teologia. Rimase ancora a Friburgo per ottenere la sua terza laurea, in Filosofia. Tornata negli Stati Uniti, ebbe l’incarico di Assistant Professor al Boston College, università retta dai Gesuiti, incarico che mantenne con alterne sorti per più di trent’anni, tenendo {{corsi di teologia, etica femminista e teorie del patriarcato.}}
Dopo la pubblicazione, nel 1968, di The Church and the Second Sex, fu licenziata nella primavera del 1969. Quattro mesi di proteste studentesche (di studenti ancora solo maschi) e di una più vasta cerchia di sostenitrici che generò una petizione firmata da 2.500 persone, una tavola rotonda durata sette ore, la decorazione notturna con brillanti graffiti rossi dell’edificio dell’amministrazione centrale del Boston College, resero possibile la revoca del licenziamento e il suo rientro con la promozione a una cattedra stabile, nel giugno dello stesso anno.
Seguirono le pubblicazioni di: {Beyond God the father. Towards a Phylosophy of Women’s Liberation} (1973); {Gyn/Ecology: the Metaethics of Radical Feminism} (1978); {Pure Lust: Elemental Feminist Philosophy} (1984); {Websters’ First New lntergalactic Wickedary of the English Language} (1987); {Outercourse: the Be-Dazzling Voyage} (1992), {Quintessence… Realizing the Archaic Future: A Radical Elemental Feminist Manifesto} (1998) e l’ultimo, {Amazon Grace. Re-Calling the Courage to Sin Big} (2006).
Fu definitivamente licenziata nel 1998, in seguito a una denuncia basata su una sua supposta violazione delle “pari opportunità” da parte di uno studente che, non avendo il prerequisito richiesto di frequenza a un corso di Women’s Studies, non era stato da lei ammesso al corso.
La vicenda si concluse dopo una controdenuncia per licenziamento scorretto, con un accordo tra le parti siglato nel 2001, senza che Mary riprendesse l’insegnamento. Pur portandosi dietro le conseguenze anche fisiche del trauma subito (una caduta dalle scale del suo ufficio, che Mary trovò sbarrato dall’oggi all’indomani senza preavviso), continuò a scrivere nella sua casa non lontana da Boston circondata dalle sue gatte, e a viaggiare negli Stati Uniti e in Europa, tenendo conferenze, partecipando a convegni e presentando le numerose traduzioni dei suoi libri.
I suoi brevi {{soggiorni in Italia}} (2002, “Il Viaggio Metapatriarcale di Rabbia Speranza di Mary Daly”, Milano, Libera Università delle Donne, Università Bicocca e Verona, Dipartimento di Filosofia; 2004, Convegno “Dopo la Dea”, Bologna, Ass. Armonie; 2005, “Libri di Donne, Libri di Dee”, Bologna, Ass. Armonie e Roma, Casa Internazionale delle Donne) sono stati i suoi ultimi viaggi in Europa. Da due anni le sue condizioni di salute erano diventate molto precarie.
Sono stati tradotti in italiano:
{La Chiesa e il Secondo Sesso}, Rizzoli, 1982
{Al di là di Dio Padre}, Editori Riuniti, 1985
{Quintessenza. Realizzare il Futuro Arcaico}, Venexia, 2005.
{{Uno stralcio dall’intervento pronunciato al convegno tenutosi a Milano presso la Libera Università delle donne il 15 dicembre 2002}}.
-Ogni volta che mi trovo a parlare in situazioni come questa, rivolgo – a voi e a me stessa – l’invito a compiere un viaggio in un’altra dimensione. E’ possibile farlo, perché qui ci sono {{Donne Selvagge}}.
Comincerò evocando le nostre {{Antenate Passate, Presenti e Future}}. Il nostro tempo non è lineare né circolare, come ha detto Luciana, ma è a spirale, come la forma delle galassie dello spazio, e a fare la spirale non sono le stelle, bensì i Momenti, i Momenti di Coraggio. Se compiamo Atti Coraggiosi, riusciamo a spostarci, a saltare come gli elettroni, fino a compiere il Salto Quantico. Come le stelle in cielo, che a un certo punto raggiungono lo stadio che permette loro di fare il salto quantico in un’altra galassia, e poi ancora in un’altra e così via all’infinito, anche noi possiamo farlo. Dobbiamo farcela. Perché viviamo in un mondo pieno di terrorismo e di necrofilia. E noi siamo portatrici di Biofilia, di Pure Lust, amore per la vita. Le nostre {{Antenate del Passato}} sono tutte qui:{{ Saffo, Sojourner Truth, Virginia Woolf, Hildegarda di Bingen, Giovanna d’Arco}} e le centinaia e migliaia di donne che sono state bruciate come {{Streghe}}. Forse non conosciamo i loro nomi, ma esse sono le nostre {{Antenate Nascoste}}.
Ci sono anche le {{Antenate del Presente, cioè noi}}, le Antenate di quelle che verranno nel futuro. E le {{Antenate del Futuro}}, perché il futuro è già qui, ora. Annie e Kate, che in Quintessence incontro nel 2048 e che dal futuro sono venute per parlarmi del Continente Perduto e Ritrovato – che esiste perché la terra malata lo ha vomitato fuori e là stanno costruendo un mondo diverso – adesso, cinque anni dopo, vivono nel 2053: ma adesso è sempre, perché possiamo vivere contemporaneamente in un altro strato del mondo, che è qui, si estende e si espande, ancora non è ma è già qui.
Vorrei anche evocare gli elementi di cui siamo sorelle: Terra, Aria, Fuoco e Acqua, che il Figlio e lo Spirito Santo del Padre stanno cercando di distruggere. E anche il quinto elemento, l’Etere.
-Inizierò parlando del {{significato di}} {{Quintessenza}}: è il nome che ho dato a quello che le Donne Selvagge hanno sempre cercato. C’è qualcosa di nebuloso in questa parola, non era così chiaro nemmeno a me all’inizio di questo viaggio cosa avrei visto. E’ la risposta più disperata al Richiamo di ciò che è Selvaggio. Significa Lanciare la propria vita il più Lontano possibile.
L’esplosione di informazione prodotta dalla necrotecnocrazia alla fine degli anni ’90 ha fatto sì che fosse assolutamente necessario mettere a fuoco questa ricerca per rendere reale/realizzare la nostra integrità interna e partecipare all’integrità della vita del cosmo, a quella danza universale, all’armonia delle sfere.
Quintessenza non è un sostantivo ma {{un verbo, un processo}}. Ci attrae magneticamente nel suo contesto ampio e luminoso e quando le Donne Selvagge si risvegliano alla Quintessenza, diventiamo presenti in molte dimensioni. Questo è perfettamente naturale. Quello che è innaturale è il restringimento dell’anima, questo ammasso puzzolente costruito dagli uomini sul globo chiamato globalizzazione. Pensate a Bush o al signor Mussolini 2 e a quello che stanno facendo. Dobbiamo essere consapevoli di quello che fanno, ma ancor più importante è sapere cosa facciamo noi……
Nell’antica filosofia medievale la quintessenza è l’essenza ultima, la più importante, oltre la terra, l’aria, il fuoco e l’acqua e permea tutta la natura. Quando io uso la parola quintessenza, nomino la {{presenza vivente che ci unisce, che è al centro dell’integrità e della connessione elementale dell’universo}} ed è la fonte del nostro potere di rendere reale/realizzare un vero futuro, cioè un Futuro Arcaico.
_ Arcaico significa antico, antico, antico e il Futuro arcaico è radicato nel Passato arcaico, pre-patriarcale, il passato in cui le donne costituivano il centro, non nel Passato patriarcale, di Cicerone o di George Washington, dei Romani o di Garibaldi, tutto un passato assai poco interessante. Quando facciamo un salto quantico nel futuro, stiamo ricordando/ridando vita al nostro Passato Arcaico, in cui Noi siamo Noi Stesse.
Come possiamo partecipare a questo processo, che vuol dire espandere la quintessenza? Richiamando il nostro Coraggio Oltraggioso. Le donne sono state sminuite, rimpicciolite, riempite di paure e di esitazioni, ma abbiamo ancora dentro di noi grandi potenzialità per riprendere ad agire in maniera coraggiosa.
{{Del resto, cosa abbiamo da perdere? Non ci danno niente, il patriarcato non ci dà niente.}} Morte, violenze, torture, stupri, povertà, stupidità, niente. Non abbiamo niente da perdere. Ci si sente bene a non aver nulla da perdere. E se proviamo molta rabbia, questa ci dà l’energia, perché ci consente di vedere, ci dà speranza perché tira fuori la nostra energia.
Ripensate al {{Salto Quantico}} che fanno gli elettroni: gli elettroni si muovono a ritmi vertiginosi nelle loro orbite, ma ogni tanto succede che un elettrone fa un salto in un’altra orbita. I fisici sanno che questo succede, ma non sanno quando può succedere. {{Se siamo disperate, sappiamo come gli elettroni quando dobbiamo saltare}}. La spiegazione che i fisici danno di questo fenomeno è che esiste un tessuto invisibile di connessioni che rende possibile il salto. Noi siamo tutte profondamente connesse: non significa niente che qui siamo in Italia e che io vengo dall’America, la connessione è reale.
{{Virginia Woolf}}, una nostra grande Antenata, ha scritto: “Come donna non ho una patria, come donna non voglio una patria, come donna la mia patria è il mondo”. Dobbiamo essere libere da false fedeltà.
Si è detto più volte in questi ultimi tempi che dobbiamo “pensare globalmente e agire localmente”: non è piccola cosa “agire localmente”, perché questo agire apre fratture nell’universo e induce processi di cambiamento. Possono essere azioni molto piccole, come protestare contro il comportamento oppressivo di un professore: ma in questo modo si apre una crepa attraverso cui può passare il cambiamento. Questi sono i “momenti” nella spirale, gli atti di coraggio apparentemente piccoli e che invece ci portano un po’ alla volta fuori, al di là dei circoli viziosi. Ci può fare molta paura compierli, ma dobbiamo sapere che sono giusti e importanti, perché entrano in connessione con la trama di tessuto invisibile che tiene tutto insieme.
Esiste anche, nella chimica moderna, una legge – chiamata ‘{{dissipazione della forma’}} – che descrive il fenomeno dell’esistenza di forme che appaiono e poi spariscono. Se la applichiamo a noi stesse e al movimento delle donne, ci accorgeremo che è un bene che tutte le forme possano scomparire, perché così possiamo avere forme più grandi e più nuove, più appropriate a nuove condizioni.
Può sembrare che il femminismo sia morto, e che parlare di patriarcato sia stupido e fuori moda, ma in realtà {{stiamo parlando di un cambiamento enorme}}. Gli anni Settanta sono stati grandiosi, anche gli Ottanta, mentre adesso sembra che tutto stia richiudendosi e schiacciandoci ed {{è come se fosse in corso una nuova Diaspora delle donne}}. Oggi molte donne, forse tutte, ci sentiamo isolate, frammentate, spaventate, tagliate via dalle nostre amicizie, dai nostri posti di lavoro…Sembra che tutto stia crollando, ma questo è bene, è un chiaro invito a crescere. Io chiamo questo luogo verso cui ci stiamo dirigendo la {{Sesta Dimensione}}, ed è lì che ci porta il Salto Quantico. Che può avvenire specialmente se siamo in contatto con quello che i filosofi chiamano la Causa Finale. Questa rappresenta lo Scopo che abbiamo……
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