Una ladra di emozioni
E’ difficile descrivere entro lo spazio di un articolo l’universo di Lucia Sardo. Di lei in tanti anni di carriera si è scritto forse non molto e se ne è parlato non quanto abbia davvero meritato. Ma dietro le quinte gli addetti ai lavori, i colleghi attori ed i registi con il quale ha collaborato e lavorato in teatro come al cinema (così come in tv) ne conoscono ogni aspetto e ogni competenza.Il suo istrionismo l’ha da sempre contraddistinta, mi ricorda molto da vicino la “nannarella” che gli italiani prima e che gli americani poi hanno riconosciuto, amato, e mai più abbandonato. In ambiente musicale solamente due donne riescono ad evocarmi la sua essenza di attrice e di donna vera: {{Teresa Salgueiro dei Madredeus}} e {{la musa di Vinicius de Moraes : Fafà de Belem. }}
Per quanto concerne la sua lunga carriera di attrice credo sia facile ricordarsi di {{Lucia Sardo}} come {{la mamma cinematografica di Peppino Impastato, “donna Felicia}}” per l’appunto. Nei {“Cento Passi“} di Marco Tullio Giordana (2000) è stata un gigante pur vestendo i panni dimessi di una mamma comune a tutte le mamme siciliane per bene, quelle che lottano dal buio delle loro cucine un andazzo sin troppo frequente in terra di Sicilia. Questo film le ha donato notorietà e riconoscibilità artistica, se mai ce ne fosse stato bisogno.
Lucia Sardo inizia a formarsi come attrice in seno al Teatro di Ventura nel 1980, e per diversi anni a venire organizzerà il Festival del Teatro di S.Arcangelo di Romagna. Sicuramente una scelta lavorativa non comoda ma quanto mai temprante. L’approdo al grande schermo è datato 1992, Aurelio Grimaldi la sceglie per {La discesa di Aclà a Floristella}, in seguito con il regista modicano continuerà a lavorare in diversi film quali: {La Ribelle} (1993), {Le Buttane} (1994) e {Nerolio} (1996). Con Maurizio Sciarra girerà {La stanza dello scirocco} (1998), con Giuseppe Tornatore parteciperà in {Malena} (2000), in seguito terrà a battesimo l’esordio dietro le macchine da presa di Franco Battiato e con lui girerà altri due film: {Perdutoamor} (2003) e {Musikanten} (2005). Lascia anche tracce anche nella commedia italiana con Antonio Albanese prima – { La fame e la sete} (1999) – e con Carlo Verdone poi in {Ma che colpa abbiamo noi} (2002) a testimonianza del fatto che la tecnica recitativa della Sardo è assolutamente camaleontica e multiforme, passa infatti con ottima disinvoltura dai ruoli drammatici e complessi a quelli macchiettistici che la commedia italiana richiede.
Ha ricevuto un dono raro Lucia: la bravura. In tutto ciò che fa rende credibili e veri i suoi personaggi, siano essi difficili o divertenti. Lei è nient’altro che {{una popolana e una divulgatrice dell’arte}}, distante anni luce dai luoghi comuni e dalle comode poltrone dello spettacolo, con un po’ più di faccia tosta avrebbe fatto senz’altro breccia anche in tv, programmi spazzatura grazie a dio non ne mancano. In tanti anni di carriera è divenuta un abitueè della rassegna cinematografica più prestigiosa del belpaese: la Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, giunta quest’anno alla sua 67ma edizione. Anche quest’anno ha fatto capolino in laguna per la presentazione dell’ultimo film di Roberta Torre: “{ I baci mai dati } ” inserito come film d’apertura della sezione “controcampo italiano”, co-finanziato dalla Regione Siciliana e dalla Sicilia Film Commision. Ottimi i consensi ricevuti.
Il resto di questo articolo preferirei raccontarlo insieme a lei, mi accoglie oggi nella sua casa di Catania sita in un quartiere storicamente popolare della città etnea. Questo è il resoconto del nostro incontro, e quel che leggerete è quanto ci siamo detti.
{{Lucia, dopo circa trent’anni di lavoro svolto tra strada, teatro, cinema e fiction tv te la senti di fare un primo bilancio della tua vita artistica ?}}
_ Devo dire che lungo il mio cammino non ho fatto altro che produrre una costante e continua semina, non ho certo avuto il tempo di occuparmi di bilanci che riguardino la mia vita artistica e privata. Posso senz’altro dirti che per quanto possa aver lavorato in teatro o al cinema per tutti questi anni probabilmente non ho ottenuto tutto ciò in cui contavo, ma rimango comunque più che soddisfatta della carriera che ho avuto e dei consensi ricevuti sin qua. Ad essere sincera, e lo sarò anche a costo di esser presa per sfrontata, provo molta rabbia nel vedere quante persone di scarso talento e così poco preparate si trovano a far bella mostra di sé nel piccolo e nel grande schermo.
_ Dico questo anche a costo dell’impopolarità, ma aggiungo anche che ciò che affermo non è dettato da un sentimento di invidia o da chissà che altro, se avessi desiderato ottenere il successo e la popolarità avrei senz’altro seguito il cosiddetto “protocollo” e sarei andata a vivere a Roma. Lì avrei senza dubbio avuto molte più possibilità artistiche e di conseguenza molte più opportunità per poter lavorare con grandi registi o artisti. Invece a me è successo che dopo aver ottenuto così tanti consensi con {I Cento passi } il personaggio che mi è stato più volte proposto di impersonare si riduce ad un ruolino di mammina di poche pose in qualche fiction di basso livello… Fino ad oggi, e di questo mi sento una privilegiata, sono riuscita anche a scegliere buone soluzioni anche se non è che mi venissero proposte molto di frequente. Per contro quando vedo dei colleghi molto meno preparati di me ma ben più sfrontati o se vogliamo politicamente meglio introdotti… che rispondono sempre “presente” e si trovano pressoché ovunque..ecco questa cosa non riesco ad accettarla. Che dirti? fa un po’ rabbia ma me ne son fatta una ragione.
{{Quindi mi stai dicendo che hai avuto la sensazione di aver raccolto meno di quanto hai seminato?}}
_ Purtroppo dal punto di vista lavorativo devo ammettere che probabilmente ho raccolto poco, ma dal lato umano posso senz’altro dirti che ho avuto tanto. Naturalmente la cosa che mi ha gratificata di più sia professionalmente che umanamente è stato senza dubbio l’aver girato {“I cento passi}”, ma questo mio grande momento purtroppo non ha avuto il seguito che mi sarei aspettato. Ho iniziato la carriera di attrice di teatro crescendo all’ombra di un grande maestro e artista del 1900, parlo di Jerzy Grotowsky. Proprio l’anno scorso l’Unesco dichiarò il 2009 l’anno dedicato allo studio e alla riscoperta di questo grande artista, uno dei più grandi riformatori dell’arte teatrale del ventesimo secolo, l’esser stata allieva di una personalità così straordinaria per me è stato un onore e un valore aggiunto, anche per il semplice fatto che di personalità così straordinarie oggi non ne esistono davvero più. Diciamo che le mie basi tecniche, grazie anche all’incontro con personaggi di questa caratura, sono piuttosto solide. Ma come ti ho detto prima non ho mai mirato “alla quantità”, ho preferito di gran lunga la qualità, nonostante oggi per vivere sia diventato davvero difficile far coincidere il lavoro che faccio con la qualità che vorrei.
{{Nel film di Marco Tullio Giordana hai ben impersonato la figura di Felicia Bartolotta. Se potessi scegliere tu una figura di donna da interpretare per un nuovo film quale sceglieresti?}}
_ Sceglierei senz’altro la figura di una donna di cui valga la pena raccontarne la storia, non di certo l’immagine stereotipata che siamo lesti ad affiancare alle figure femminili. Per carità.. lasciamo che ognuno faccia ciò che meglio crede..Ma non dimentichiamoci che la donna è ben altro, lontana anni luce da come viene dipinta dagli occhi malati di alcuni uomini che dirigono gli affari del nostro paese. Ci sono e ci sono state donne straordinarie nel mondo e in Italia, io ad esempio in un mio scritto parlo di una figura di donna eccezionale come la nostra straordinaria cantante siciliana {{Rosa Balistreri}}. Rosa ha avuto una vita pazzesca… partì dalla miseria, dal degrado e dagli stenti più neri. Il suo talento, la sua rabbia, il suo drammatico vissuto ( su cui ci si può scrivere tranquillamente un avvincente romanzo) in modo rocambolesco l’hanno posta all’attenzione persino di Ignazio Buttitta (poeta delle lotte contadine e preservatore della cultura popolare siciliana), di lui ne divenne musa ispiratrice, e come per Buttitta Rosa lo divenne per Guttuso, per Sciascia cosi come per Dario Fò. Dalla miseria all’intellighenzia siciliana e nazionale. Sarebbe davvero straordinario poter vedere raccontare in tv storie di simili personaggi. Piuttosto assistiamo di continuo a fiction che parlano a turno di ciascun Papa, di Santi, di epici sportivi e affini… ma delle donne possibile che non interessa niente a nessuno? Siamo sicuri che le donne di questo paese non abbiano nulla da raccontare? Credo che le storie forti e dure come quelle di Rosa Balistrieri facciano davvero paura. Troppi contenuti. E i dirigenti tv non sono nemmeno poi così furbi. Non hanno ben compreso che sono proprio le donne quelle che guardano più televisione, quelle che vanno di più al cinema, negli altri paesi lo hanno scoperto da un pezzo che è la donna l’elemento su cui occorre investire di più, siamo noi che acquistiamo più libri oltre che scarpe o borse. Con simili proposte televisive si tenta di intontire il pubblico, lo si vuol lasciare in uno stato di ebetismo vigile.. tutto questo è controproducente, la tv è il mezzo con il quale si comunica meglio e più velocemente perchè entra nelle nostre case e parla a tutti noi, ma che discorsi fa? Cosa ci propone? I Santi ? Le miss? I quiz? Se la tv offre un servizio scadente allora non serve a nulla, serve solo a buttare fumo negli occhi.
{{Ho la sensazione che stiamo per iniziare a parlare di discriminazione…}}
_ Assolutamente sì. Alla luce di quanti ti ho detto poc’anzi ti dico subito che la sottoscritta guadagna molto meno dei miei colleghi maschi di pari livello, poi ti invito a porgere l’attenzione ai ruoli che vengono assegnati alle donne nei film o se preferisci nelle fiction per renderti conto che qualcosina non và. Aggiungo anche che un attore maschio può lavorare tranquillamente fino ai 70-80 anni, inizierà come sex symbol, poi troverà ruoli di tipo “commissario..avvocato”, probabilmente dopo farà il Papa, e poi farà chissàchè… La donna quando ha finito di esporre la propria mercanzia, parliamo di tette e culo, avrà dalla sua ben pochi ruoli, troverà “asilo”nei panni di mamma del protagonista.. zia del protagonista.. sorella o nonna del protagonista… ma il protagonista sarà sempre un personaggio maschile. Se prevedono ruoli di protagoniste femminili esse saranno senz’altro o principesse o regine… dopodiché faccio fatica a trovare ruoli assegnati a donne diversi da quelli che ho citato. Tempo fa proposi alla Rai di produrre una fiction sulla figura di Felicia Bartolotta Impastato, una storia su una figura di donna coraggiosa e straordinaria. Mi è stato risposto, e ti cito le testuali parole: “ma a chi vuoi che interessi la storia di questa donna?” Qualche tempo dopo hanno prodotto una fiction su Moana Pozzi, e nonostante l’argomento potesse stuzzicare i palati maschili lo share del pubblico è rimasto su percentuali piuttosto basse. Forse il pubblico non l’hanno reso così vuoto..o forse non sono riusciti a rimbecillirlo del tutto… Già da qualche anno porto in scena, soprattutto nelle scuole, la storia di Felicia. Lungo questo cammino ho incontrato migliaia di ragazzi che in mille modi mi hanno testimoniato il loro affetto. Al termine di ogni spettacolo li trovo tutti radunati ad attendermi, 200,300 studenti commossi per la storia di questa piccola donna siciliana. Vogliono parlarmi, mi ringraziano, si congratulano, tutte le volte è una meravigliosa testimonianza d’amore per me e per Felicia che mi lascia senza parole. E poi vengono a dirmi che dai nostri ragazzi non ci si attende altro che Grande Fratello, Amici, e squallidi telefilm. Non è vero nulla. La storia come quella di Felicia non è vero che non interessa al pubblico o che non faccia audience, non interessa solo ai dirigenti Rai in quanto erotomani, se non ci sono tette da esporre la cosa spesso si complica. Bisogna avere il coraggio di raccontare al pubblico sia quello giovane che a quello adulto storie nuove, storie vere, storie che vale la pena di ascoltare e ricordare. Il pubblico ha bisogno di intrattenimento ma anche di qualità, anzi la pretende. Invece il prodotto che il sistema tv offre alle platee di casa è assolutamente scandaloso. Ecco perché ti confermo che noi donne continuiamo ad essere discriminate, lo siamo moltissimo.
{{Di cosa ti occupi quando smetti i panni d’attrice?}}
_ Io sono una grande osservatrice, una ladra di emozioni, osservo e prendo tutto quello che c’è da prendere, lavoro molto con i laboratori teatrali.. amo tantissimo il teatro. Sto anche scrivendo una pièce teatrale per me e per un personaggio noto italiano che me l’ha chiesto, ma non posso dirti di più. Faccio anche il pane quando non faccio l’attrice…(ride).. mi piace da impazzire…!
{{L’universo delle donne vive un lungo periodo fatto di stereotipi e confusione. Si passa dalle veline a Sakineh, dal premio Nobel per la pace: la Birmana San Suu Kyi reclusa ai domiciliari da quindici anni, al delitto di Avetrana. Cos’è per te una donna oggi? O cosa deve senz’altro essere?}}
_ Credo fortemente che una donna debba essere un’entità che deve per forza di cose stare sempre sulla buona strada, e il mondo che gli gravita attorno piuttosto che non è preparato a supportare questo genere di donna: diceva un grande maestro spirituale che gli uomini devono fare tanta meditazione per illuminarsi.. la donna per sua natura è molto vicina all’illuminazione.., questo non si deve al fatto che la donna sia più intelligente dell’uomo… è la natura e basta! Noi portiamo nel ventre la vita e chi ha nel ventre la vita sa di potersi porre su un altro livello. Noi siamo pronte.. noi ci siamo.. è il mondo che non è pronto per noi, allunga ancora i tempi. Io lo dico anche nello spettacolo che ho dedicato a Felicia.. in realtà è dedicato alla madre.. alla maternità… in questo momento il mondo ha bisogno dell’energia femminile, l’energia femminile è l’energia della cura, che la usino le donne o che la usino gli uomini a me non importa, l’importante è che ci sia perché voglio che si inizi a curare presto questo mondo malato.
{{Sei una donna del sud e sei anche madre, ultimamente nel paese in cui sei nata è venuto a mancare (assieme ad altri tre suoi colleghi Alpini) un ragazzo caro a molti a seguito di un attentato talebano in terra afgana. Damiano Ville partì come molti suoi coetanei con l’intenzione di trovare un lavoro stabile e redditizio in un paese dilaniato dalle guerre di religione che senza dubbio collimano ad un mero interesse economico. Credi sia ragionevole che un ventenne pur di trovare sicurezza per il proprio futuro debba mettere a repentaglio la propria imbracciando fucili in territori lontani e per motivi assai distanti dal proprio retaggio culturale?}}
_ E’ lo stesso discorso di sempre, lo diceva anche Pasolini : non c’è nessun figlio di papà che faccia questi lavori, il sud fin da sempre dona allo stato soldati, carabinieri eccetera proprio perché qui non c’è lavoro. Tra l’altro so che questo ragazzo era una persona dolcissima, per bene e in assoluto un non violento, una brava persona come tante che a casa sua non riesce a trovare lavoro… e che se intende assicurarsi qualcosa nella vita accetta anche di mettere a repentaglio la stessa sua.. che posso pensare? i ragazzi qui non hanno tante scelte a propria disposizione… sia chiaro che lo Stato non ti obbliga a far parte di missioni di pace o di guerra, e non tutti fanno ricorso a questo tipo di soluzione per guadagnare, ma d’altro canto quante altre alternative esistono? Al sud lavoro non c’è né, ed è una faccenda secolare. Io all’età sua volevo fare l’artista ed è grazie alla sorte (oltre che a me) che ci sono riuscita, ma non era mica scritto nelle stelle che tutto andasse per il verso giusto. Quindi cos’altro resta qui dalle mie parti? A me la cosa che appare paradossale è che questi ragazzi vengono quasi costretti dalle circostanze a prendere decisioni coraggiose e forti partendo alla volta di guerre che peraltro non sono nostre e che non ci appartengono. I motivi del contenzioso non c’entrano nulla con il tanto reclamizzato ritorno alla democrazia in Afghanistan.
_ Le guerre altro non sono che una questione di enormi interessi economici e basta. I nostri figli cosa c’entrano con i problemi di democrazia afgana, mi chiedo?
{{Parliamo di cinema. Si fanno salti mortali in Italia per trovare fondi per produrre film : le cifre stimano una costante diminuzione dei fondi che lo stato eroga per le produzioni cinematografiche: nel 2009 erano solo 94 milioni di euro ( un solo colossal americano ne richiede almeno il doppio…), quest’anno 76. L’anno venturo saranno solo 48. In due anni hanno ridotto i fondi almeno della metà.}}
{{Che sviluppo c’è in un paese dove per l’ennesima volta l’arte e la cultura vengono così penalizzati?}}
_ Io penso che togliendo i soldi non penalizzi la cultura, perché la cultura in Italia non si è mai fatta con i soldi dello Stato, vengano penalizzati solo quei quattro raccomandati che riescono a fare i film con i soldi dello Stato… partiamo da questo presupposto. Tu mi dici “ è uno stato che non lavora sulla cultura..” ma ce ne stiamo accorgendo adesso? io credo che a lamentarsi oggi di questo fatto sono quelli che non riescono più a prendere soldi statali.. ma in realtà le persone che hanno fatto cultura nel nostro paese non hanno mai preso soldi, tranne casi rarissimi, credo che non corrisponda mai fare cultura attraverso finanziamenti o sovvenzioni…
{{ Io ricordo che intorno al 1983 lo stesso Federico Fellini fece molta fatica a trovare fondi per produrre “E la nave và”…}}
_ Esatto… questo prova l’ennesima volta che la terra italiana non è fatta per la cultura.. viviamo piuttosto di rendita.. di tutto ciò che c’hanno lasciato i secoli scorsi.. ma siamo un popolo di ignoranti veri e propri, qui non parlo solo dell’epoca berlusconiana.. mi riferisco al ventennio che l’ha preceduta.. Un esempio voglio fartelo anch’io: con il mio mestiere di attrice teatrale ho avuto l’opportunità di girare mezza Europa, ho lavorato parecchio in Francia, in Svezia, in Danimarca.. e ti dico che noi siamo lontani anni luce da questi paesi. Io dico solamente questo: i miei amici e colleghi attori francesi già da trentacinque anni, cioè sin da quando li conosco percepiscono mensilmente dallo Stato una sorta di disoccupazione che in realtà era un buon mensile, lo so perché ho lavorato molto in Francia, e quando sono rientrata in Italia e ho presentato anch’io la mia domanda di disoccupazione con i soldi che ho percepito potevo giusto comperarmi un pacco di sigarette al giorno, loro, i miei amici francesi con il loro mensile riuscivano anche a camparci: lavoravano sei mesi, e nei rimanenti sei in cui non lavoravano andavano a studiare percependo uno stipendio… da noi queste cose non esistono assolutamente, per cui chi vuole fare arte in Italia o è figlio di gente ricca e quindi ben mantenuto.. oppure è meglio che sia realmente dotato di talento. Spesso neanche questo basta. Non esiste qui una persona che possa fare dell’arte un mestiere.. tranne per qualche caso davvero fortunato. Nei paesi europei non è così, gli artisti non vengono abbandonati al loro destino o al loro talento, vengono stimolati, vengono supportati, vengono pagati.. Per quanto mi riguarda se oggi mi posso permettere qualcosa lo devo solo al mio lavoro, al fatto che mi debbo sbattere per lavorare, nessuno mi ha mai regalato niente, se domani dovesse accadermi qualcosa che mi faccia rimanere ferma a casa sei mesi immobile se avrò messo qualcosa da parte allora posso campare.. ripeto, sto bene economicamente ma perché lavoro… ma se mi fermo per un qualsiasi motivo non ho assolutamente nessuna garanzia. In questo paese noi artisti facciamo in fretta a nascere e altrettanto a sparire. Lo stato si ricorda di noi quando arrivano i premi che tanto lustro danno a questo paese. Altrimenti..
{{Torniamo a te e ai tuoi progetti futuri ..}}
_ Sto scrivendo una sceneggiatura di cui io stessa vorrei curare la regia, cimentandomi per la prima dietro le macchine da presa. Da poco ho aperto una piccolissima casa di produzione cinematografica, presto inizierò a curare questo mio progetto a cui personalmente tengo moltissimo sperando di trovare giusti e validi appoggi. Sono cosciente del fatto che probabilmente pochi saranno coloro i quali che si interesseranno a promuovere prodotti di alto livello… piuttosto in Italia va molto di moda lo squallido, trovo che il prodotto proposto al pubblico è talmente piatto che il livello culturale medio della gente si è adagiato su questo piattume. Spesso alla mia agente chiedono se nel suo book ha qualche attrice “tipo la Sardo”, lei risponde dicendo loro che “ha già la Sardo”… ma non mi prendono ugualmente in quanto troppo “brava”. Sembra che oggi sia diventato un problema non da poco. Quindi piuttosto che attendere preferisco agire. La mia casa di produzione l’ho voluta chiamare Ofrenda, e spero mi porti tanta fortuna, è un progetto in cui credo tanto e per il quale nutro molte aspettative. Spero che le cose vadano per il verso giusto.
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