Una lettera aperta delle madri della Federazione Russa
Patrizia Sterpetti della Wilpf (Women’s International League for Peace and Freedom) ci chiede di pubblicare la lettera aperta indirizzata il 27 novembre, festa della mamma in Russia, a Inna Yuryevna Svyatenko, presidente del Comitato per le politiche sociali del Consiglio della Federazione, a Nina Alexandrovna Ostanina, Presidente del Comitato della Duma di Stato per la Famiglia, le Donne e i Bambini, e ai membri di questi comitati, il cui dovere è di prendersi cura del benessere sociale delle famiglie, delle donne e dei bambini in Russia.
Da nove mesi va avanti la cosiddetta “operazione militare speciale”, che porta distruzione, dolore, sangue e lacrime. Tutto ciò che accade in Ucraina e in Russia non può che emozionare i nostri cuori. Indipendentemente da quale nazionalità, religione o status sociale siamo, noi – le madri della Russia – siamo unite da un unico desiderio: vivere in pace e armonia, crescere i nostri figli sotto un cielo pacifico e non aver paura per il loro futuro.
In questo momento noi madri ci troviamo in una posizione difficile e vulnerabile. Nonostante tutte le promesse di sostegno da parte dello Stato, il tenore di vita sta diminuendo, la povertà bussa alla porta della stragrande maggioranza delle famiglie russe. Nello stesso tempo, le famiglie con bambini erano la categoria più bisognosa della popolazione del Paese anche in tempo di pace.
Dopo il 24 febbraio la situazione non fa che peggiorare. Le sanzioni causate dall’operazione militare in Ucraina portano ad un aumento dell’inflazione e, nel contesto dell’inflazione, il reddito della madre e tutti i sussidi, che erano appena sufficienti, si stanno deprezzando. Secondo i dati ufficiali di Rosstat, quasi un bambino su cinque vive in una famiglia con un reddito medio pro capite inferiore al livello di sussistenza, cioè in condizioni di povertà. Lo stato ci incoraggia a partorire di più, e poi ci getta nella povertà o sacrifica i nostri figli alle sue ambizioni. Il nostro Paese ha reintrodotto il titolo di “mamma-eroina” per le mamme di famiglia numerosa, qui anche le statistiche ufficiali ci dicono che la maternità (e soprattutto avere tre figli) in Russia garantisce alle donne praticamente una vita al di sotto della soglia di povertà. Non abbiamo bisogno di titoli inutili, abbiamo bisogno di misure reali che garantiscano a noi e alle nostre famiglie una vita dignitosa!
Le enormi somme spese ogni giorno in operazioni militari potrebbero essere investite nel nostro benessere. Ma invece di nuovi asili, ospedali per la maternità, scuole e ospedali, in TV riceviamo solo interminabili discorsi vuoti sul nostro “successo” e la nostra “grandezza”.
Almeno 318.000 uomini sono già stati mobilitati (questa cifra è data da Vladimir Putin). Gli uomini sono stati reclutati anche se avevano figli minorenni a carico. In molte regioni le famiglie dei mobilitati dovevano agire autonomamente per proteggerli contro la morte, acquistando tutto a nostre spese, fino ai giubbotti antiproiettile. Chi provvederà alle famiglie che hanno perso i loro capifamiglia? Conosciamo la risposta: tutte queste difficoltà saranno un onere ulteriore sulle spalle già sovraccariche delle madri! Molti degli uomini sopravvissuti perderanno la salute e le capacità: il nostro Stato affiderà la loro cura ancora alle donne, offrendo sostegno e sussidi solo a parole.
Madri di coscritti e mobilitati sono costrette a bussare umilmente alle soglie delle amministrazioni cittadine, cercando di riportare a casa figli e mariti. Fanno picchetti, scrivono appelli collettivi, depositano petizioni, ma nessuno le ascolta! Le autorità dimostrano il loro vero atteggiamento nei confronti delle madri. La voce delle madri nel nostro Paese serve solo durante le elezioni: quando è vantaggioso per lo Stato, allora si ricordano di noi. Il resto del tempo rimaniamo sole con i nostri problemi, con il nostro dolore. E il nostro governo semplicemente non riporta i corpi mutilati dei nostri morti. Sono lasciati in una terra straniera e non appartengono alle loro famiglie neanche dopo la loro morte terribile.
Quello che sta accadendo ora ha un altro lato terribile. I problemi economici e la crisi sociale portano inevitabilmente ad un aumento della violenza domestica. Le persone, distrutte dalla povertà e dall’incertezza del futuro, sfogano i loro problemi su donne e bambini. Inoltre, gli uomini che tornano alla vita civile spesso portano con sé gravi traumi psicologici del tempo di guerra. E questo si traduce anche in un’aggressione incontrollata nei confronti di chi gli sta più vicino.
Negli ultimi dieci anni, i disegni di legge sulla prevenzione della violenza domestica sono stati presentati alla Duma di Stato più di 40 volte, ma non hanno superato una sola lettura. Nel 2017, con decreto presidenziale, l’articolo sulle percosse è stato rimosso dal codice penale russo e sono state introdotte solo la responsabilità amministrativa e una piccola multa per la violenza domestica. Le donne, comprese le madri in Russia, ora non sono in alcun modo protette dalla violenza nelle proprie famiglie. E la violenza aumenterà ogni giorno.
L’ansia per il futuro dei nostri figli è più forte che mai. Quale sarà il mondo in cui vivranno dipende in gran parte dalle decisioni che noi adulti prendiamo oggi. Le continue allusioni da parte dei vertici del Paese alla possibilità di utilizzare armi nucleari suscitano disperazione e paura nei nostri animi per la sorte dei nostri figli.
Le azioni militari sono sempre un disastro, non importa come vengano chiamate ufficialmente. Questo è spargimento di sangue, violenza, umiliazione della dignità umana, violazione delle libertà e dei diritti umani. Siamo inorridite da quanto sta accadendo. Siamo contrarie alla partecipazione a tutto questo dei nostri figli, fratelli, mariti, padri, noi stesse non vogliamo parteciparvi – dopotutto, tra i medici responsabili del servizio militare ci sono delle donne. Voi che avete il compito di tutelare i diritti e le libertà delle madri e dei bambini, non dovreste chiudere un occhio davanti a tutto questo. I vostri familiari sono al sicuro, protetti dalla partecipazione alle ostilità, non rischiate nulla e non perdete nessuno: ogni giorno noi ci preoccupiamo per i nostri cari, che vengono inviati con la forza a questo macello. Come potete sostenere azioni militari scatenate contro la volontà di molti cittadini della Federazione Russa e condurre queste azioni a loro spese?
Ovviamente, il sostegno ad un’azione militare aggressiva è incompatibile con la protezione della famiglia, delle donne e dei bambini. Oggi, in occasione della festa della mamma, vi invitiamo a ricordare il vostro dovere e le promesse elettorali che avete fatto ai vostri elettori, e ad usare tutta la vostra influenza per porre fine alle ostilità il prima possibile e riportare a casa i nostri cari.
Esigiamo il ritiro delle truppe dal territorio dell’Ucraina, il ritorno a casa di tutti i soldati, la protezione dei soldati di leva dalla partecipazione a qualsiasi ostilità, l’adozione di una legge sulla prevenzione della violenza domestica, un degno sostegno materiale per l’infanzia e la maternità!
Madri della Federazione Russa
27 novembre 2022