Una modesta proposta
La proposta che io faccio è squisitamente politica e si rivolge a quelle donne che già sono nei centri decisionali, in questo caso nelle direzioni dei partiti, a livello nazionale e periferico. A loro chiedo di sostenere la composizione paritaria nelle liste (a cerniera, cioè alternando donne e uomini), minacciando in caso contrario, di sottrarsi alla candidatura. Dalla lettera con cui viene convocata la manifestazione dell’11 dicembre: Se non le donne, chi?
I{l 50% non è quota rosa, non serve a tutelare le donne, serve a contenere la presenza degli uomini, non è un fine, ma solo un mezzo per rendere il paese più vivibile ed equilibrato, più onesto, più vero. I partiti indifferenti perderanno il nostro voto.}
Sono d’accordo: il 50% non è quota rosa, è necessità storica. Le donne ci devono essere non perché sono più brave o più responsabili, ma perché ci sono.
_ Le donne non sono una risorsa per qualcuno o qualcosa. Un movimento di donne è un soggetto politico, non sociale. Potrei continuare, motivando ciascuna di queste affermazioni. Ma preferisco avanzare una proposta.
Alle prossime elezioni, quando ci saranno, dobbiamo avere il 50% nelle liste, con qualche meccanismo che garantisca se non il 50% delle elette qualcosa che ci si avvicina.
_ Non intervengo sugli aspetti tecnici, perché tutto dipende dal sistema elettorale, che verrà usato, ma non dubito che una persona come Lorenza Carlassare, che era riuscita a trovare un meccanismo di “azioni positive” efficaci quando vigeva il sistema dei collegi uninominali, saprà affrontare il problema al momento giusto.
La proposta che io faccio è squisitamente politica e si rivolge a quelle donne che già sono nei centri decisionali, in questo caso nelle direzioni dei partiti, a livello nazionale e periferico.
_ A loro chiedo di sostenere la composizione paritaria nelle liste (a cerniera, cioè alternando donne e uomini), minacciando in caso contrario, di sottrarsi alla candidatura.
O le donne in lista sono la metà, oppure non ce ne sarà nessuna.
Credo che l’ipocrisia politica largamente diffusa impedirà o renderà difficile ai dirigenti politici gestire liste tutte maschili.
_ Credo poco probabile che alla sottrazione delle dirigenti attuali, con questa motivazione, corrisponda l’ingresso di donne docili e disponibili. Credo che questa sia una proposta in cui l’ambizione trasversale di SNOQ, per altri versi discutibile, può diventare un valore vincente.
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