Una scuola per tutti e tutte
La scuola italiana soffre da tempo di così tanti problemi che spesso si corre il rischio di non riuscire più a riconoscere gli esempi di realtà importanti che riescono, invece, a portarne avanti i valori e le funzioni più alte con risultati degni di essere riproposti altrove. A raccontarci una di queste realtà è {{il documentario di Giulio Cederna e Angelo Loy “[Una scuola italiana->http://unascuolaitaliana.blogspot.com/ ]”}}. Uno sguardo sull’attività scolastica ed educativa di una scuola che ha un vissuto speciale.{{ La scuola elementare e per l’infanzia Carlo Pisacane di Roma}} è, infatti, da due anni al centro di accese polemiche a causa dell’alta presenza di alunni figli di genitori stranieri. Presenza che, per alcuni genitori italiani, ha significato ragione di fastidio e intolleranza, che, oltre ai casi in cui ha prodotto la scelta di portare i propri i figli presso altre scuole, ha portato ad una vera e propria polemica molto seguita a livello mediatico ed evidentemente strumentalizzata a livello politico.
Il quartiere in cui si trova la scuola, Torpignattara, è un quartiere in cui vive la più grande e vecchia comunità bangladese di Roma, oltre a tantissime altre comunità di stranieri. E’, quindi, esito naturale che a frequentare la scuola siano anche i bambini figli di questi gruppi di migranti. Bambini che spesso sono nati in Italia e hanno sempre vissuto qui.
In realtà, contrariamente a quanto sostenuto dai pregiudizi razzisti del gruppo sparuto di mamme che ha organizzato la protesta, la scuola Carlo Pisacane è una realtà felice e di successo, forse anche più di tante altre scuole dove il tasso di stranieri rientra nei canoni imposti dalle normative del Ministero della Pubblica Istruzione fissato a un massimo del trenta per cento.
L’idea del documentario è nata in seno all'[Associazione Asinitas->http://www.asinitas.org/home.html ], che si occupa nella stessa scuola di organizzare laboratori di integrazione culturale sia tra i bambini, ma anche tra insegnanti e genitori, con l’obiettivo di vivere il fenomeno dell’accoglienza e dell’integrazione sviscerandolo in tutte le sue declinazioni e non limitandosi a farselo raccontare dalla stampa e dalla televisione.
La speranza era quella di riuscire a {{dimostrare l’infondatezza delle posizioni sostenute dai genitori in protesta}} semplicemente con un’operazione di trasparenza, aprendo le porte per qualche giorno ad una telecamera che potesse mostrare la vita dentro la Pisacane. Il risultato è stato un grande successo.
Un documentario bellissimo, che coinvolge e appassiona, a tratti addirittura commuove e apre, aldilà delle porte della scuola, la mente a tante riflessioni individuali e collettive. Senza dimenticare il fatto che ha portato anche genitori italiani che vivono in altri quartieri della città a iscrivere i propri bimbi in questa scuola, spinti dalla curiosità e l’apprezzamento del suo progetto pedagogico.
Il film racconta di un luogo dove ogni bambino, nella convivenza con numerose esperienze linguistiche e culturali differenti, può riconoscersi simile al compagno e al contempo ricco della propria diversità. Per farlo si è scelto di girarlo con riprese quasi interamente al di sotto del metro e cinquanta, e quindi con l’ausilio di ginocchiere, ponendo il bambino al centro e lasciando che tutto il resto parta dal suo sguardo sul mondo. Filo conduttore dei bei contenuti del documentario un laboratorio di intercultura, realizzato appunto dall’Associazione Asinitas, sempre molto attenta al mondo dei migranti, basato sulla creazione teatrale della fiaba{{ Il mago di Oz}}.
La scelta del libro di {{Lyman Frank Baum}} è stata intenzionale a guidare i bambini ad una riflessione sulla sensazione di spaesamento e sdoppiamento dell’identità, vissuta dalla protagonista Dorothy, ma in qualche modo anche da ciascuno di loro. Sensazione in cui in realtà è possibile riconoscersi tutti: e come migranti in un paese che non è il proprio, e come italiani nel confronto con il mondo culturale e linguistico delle nuove comunità che vivono accanto a noi.
La realizzazione dello spettacolo teatrale, il coinvolgimento dei genitori e lo scambio continuo tra le maestre, momenti sapientemente montati ad arte, restituiscono allo spettatore la sensazione di armonia e ricchezza che si può vivere in una realtà realmente multiculturale come la scuola Pisacane.
Non si vuole negare che esistano delle difficoltà, ma bensì sottolineare come{{ il vivere insieme}} dei bambini, libero da pregiudizi e influenze negative recepite invece dagli adulti nei modi più svariati, a cominciare dalle politiche di gestione del fenomeno da parte del Governo in termini di emergenza e pericolosità, possa essere la chiave per una realizzazione serena e fruttuosa di accoglienza, scambio e arricchimento e non mera tolleranza.
Il documentario è in questi mesi in proiezioni in giro per l’Italia. Oggi è stato proposto nella {{scuola Di Donato, nel rione Esquilino}}, che condivide con la Pisacane l’alto numero di bambini figli di genitori stranieri. L’incontro, accompagnato da un concerto del {{Coro Romolo Balzani}} con canti e musiche da tutto il mondo, è stato l’occasione per il confronto di queste due realtà di bambini, genitori e insegnanti e la condivisione di esperienze e proposte per creare una scuola che possa davvero essere la terra di mezzo da abitare per renderla terra di tutti.
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