VARSAVIA – Le donne hanno vinto con la loro manifestazione. Sono arrivate a migliaia da tutta la POLONIA
Le donne polacche non hanno la pelle nera, anzi ce l’hanno bianchissima ma il, 3 ottobre 2016, in decine di migliaia hanno lasciato case e posti di lavoro, vestite di nero, sotto agli ombrelli neri per dire NO all’incubo di legge sull’aborto che le priva di ogni possibilità di scelta.
Da Varsavia a tante città della Polonia, come Danzica, Lodz, Breslavia, Cracovia e in altre parti del paese, in gran parte cattolico, con i cartelli in tutte le lingue per farsi capire dall’Europa e dal Mondo.
Lo sciopero non ha avuto lo scopo di pregiudicare la vita economica in Polonia, nelle grandi città come Varsavia quasi tutti i negozi erano aperti così come le aziende e gli uffici: ma tante aziende, musei e ristoranti hanno consentito al personale femminile di prendere un giorno di riposo. Era evidente il livello di supporto alla protesta, anche da parte maschile. Per le strade, i tram e gli autobus delle città polacche si trovavano donne che indossavano il nero in solidarietà con lo sciopero.
Hanno sfidato la pioggia per partecipare a una manifestazione nel centro storico di Varsavia. L’attrice francese Juliette Binoche ha twittato il suo sostegno alla protesta durante una visita a Cracovia. La stragrande maggioranza dei polacchi non vuole una legge sull’aborto così restrittiva e buia.
La legislazione esistente prevede solo casi limite di aborto come ad esempio se c’è un rischio di danni gravi e irreversibili al feto, se la vita della donna è in pericolo, se rimane gravida per stupro o incesto, ma il tutto deve essere confermata da un pubblico ministero.
Il professor Romuald Debski, che lavora in un ospedale di Varsavia, ha detto ai media polacchi :”Chiunque cagiona la morte del nascituro è punibile con la reclusione fino a tre anni, se ho una paziente con pre-eclampsia, che è a 32 settimane di gravidanza,dovrò lasciarla e il suo bambino farlo morire. Devo, perché se effettuo un taglio cesareo e il bambino muore, posso andare in prigione per tre anni, perché il bambino era prematuro.”
La Chiesa cattolica è tra coloro che sostengono il divieto totale. La Conferenza episcopale polacca ha chiesto ai cattolici di pregare per “la coscienza e la luce dello Spirito Santo su tutti i polacchi che proteggono la vita umana dal concepimento alla morte naturale”.
Oltre Malta e il Vaticano, gli unici paesi europei con leggi più severe sono: la Repubblica d’Irlanda, Andorra, Liechtenstein, San Marino e Irlanda del Nord.
Da stime conservative ci sono molte più aborti illegali rispetto a quelle legali in Polonia, tra 10.000 e 150.000, a fronte di circa 1.000 – 2.000 aborti legali.
Per quanto mi riguarda, il mio racconto con cronaca vera l’ho scritto recentemente, partendo da tagli alla Sanità italiana. E nel gennaio 2008 scrissi Uso Pro Life nel p.s. alla fine: intendiamoci se c’è da lottare seriamente e non con una lettera aperta al sor pampurio di turno, io ci sono.
Buona lotta a tutte e tutti, in questo mondo di neri propositi del Potere: #BlackProtestPoland.