Venezia: città delle donne, città di pace
Sono nata a Venezia dove ritorno spesso per ripercorrere calli e campi dove da ragazzina correvo anch’io in bicicletta come la bimba fotografata in copertina del libro Storia di Venezia città delle donne. E’ così che, con grande soddisfazione, quest’anno mi sono fatta accompagnare da questa guida d’eccezione: un volume di quasi duecento pagine edito da Marsilio e firmato da {{Tiziana Plebani}} che ne ha curato il testo storico. Un testo arricchito da numerosi contributi e dall’introduzione di {{Franca Bimbi}}.
{{Venezia città delle donne ma anche città di pace}} come del resto suggerisce l’autrice nelle ultime pagine dove si legge che se i primi abitatori cercarono qui riparo, protezione, opportunità “altra” rispetto alle lotte per il potere che insanguinavano la terraferma, la città continuò anche in seguito a costituire un luogo accogliente per altri e altre, spazio di libertà nelle persecuzioni religiose e politiche non certo in una dimensione priva di conflitti e di ombre ma di permanente memoria del valore della libertà, della concordia e della necessità di confrontarsi col diverso da sé.
La {{sfida della multiculturalità}} che Venezia vinse nei periodi di massimo splendore si ripropone oggi all’interno delle grandi migrazioni dei popoli e delle genti, nel nomadismo del vivere della e nella modernità. Le associazioni di migranti e i percorsi che donne e uomini nativi e stranieri stanno iniziando a tracciare insieme sono il segno del desiderio che è nato non solo all’insegna dell’accoglienza bensì dall’interesse a conoscere e condividere per riformulare insieme i presupposti e i valori fondativi delle comunità senza la cui condivisione la parola pace rimane solo un’astrazione.
Ed è proprio mentre penso a Venezia città di pace che vengo a sapere che in questi giorni, proprio lì, si sta preparando un momento di dibattito con giornaliste israeliane e palestinesi per discutere di Gaza e di un suo possibile futuro di pace. Un dibattito proposto da donne della politica ma fatto dipanare da delle giornaliste. E, anche questo, forse non è un caso visto che {{le prime donne a fare del giornalismo la propria professione}} sono state proprio delle veneziane come ricorda Tiziana Plebani in questa guida.
La prima a farsi conoscere a livello internazionale fu {{Elisabetta Caminer}} seguita dalla cognata {{Gioseffa Cornoldi}} che ha fondato nel 1786 alla prima rivista indirizzata alle donne{ “La donna galante ed erudita”.} Una presenza che continua con {{Gualberta Beccari}} che nel 1868 stampa il giornale{ “La donna”.} Nel 1911 nasce {“Su compagne!”} giornale per le lavoratrici “ dove firmano decine di donne. Agli inizi del ‘900 su{ “La gazzetta di Venezia”} scriverà {{Teresa Sensi}} la prima donna che riuscirà a vivere con i proventi del proprio lavoro di giornalista.
E non ultima {{Tina Merlin}} il cui nome è legato a doppio filo alla tragedia del Vajont. Per i suoi articoli di denuncia vine processata e poi assolta. Sarà responsabile per {L’Unità} delle pagine venete.
Il primato non riguarda però solo il mondo del giornalismo ma anche quello dell’Università e dell’imprenditoria. Chi oggi compra, nei negozi di souvenir, delle murrine, vetri a colori concentrici, difficilmente sa che a inventarli è stata una donna, {{Maria Barovier}}.
E, tra le tante donne ricordate si trova anche la {{pittrice Marietta Tintoretto}}, figlia del più famoso Jacopo, la cui storia è stata ripresa da {{Melania Mazzucco}} nel romanzo {“La lunga attesa dell’angelo”}. Pagine che non ricostruiscono solo la vita della Tintoretto ma della Venezia di fine ‘500: la pesta, le guerre, l’incendio del palazzo ducale, ma anche il dibattito culturale e politico di allora, dove musica, letteratura, scienza, tecnica e pittura non erano saperi a se stanti ma si aprivano a sollecitazioni reciproche dando vita ad una caleidoscopica sorpresa barocca.
{{Tiziana Plebani}}. {Storia di Venezia città delle donne. Guida ai tempi, luoghi e presenze femminili}, ed. Marsilio 2008, 222 p., € 15,00
{{Melania G. Mazzucco}}, {La lunga attesa dell’angelo}, Rizzoli 2008, 427 p., € 21,50
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