VENEZIA. Un messaggio di pace nel “Casanova, Goldoni e il sacro Graal” di Antonella Barina
UNA NUOVA “DEA EX MACHINA” NEL
“CASANOVA, GOLDONI E IL SACRO GRAAL”
al Teatro a l”Avogaria di Venezia
il Giovedì Grasso 24 febbraio 2022 alle ore 19.00 e alle ore 21.00
Ingresso gratuito con prenotazione tel. 335372889
UN MESSAGGIO DI PACE DAL CARNEVALE DI VENEZIA
Un messaggio di pace, appositamente evidenziato nella commedia ‘Casanova, Goldoni e il Sacro Graal’, viene da Venezia in relazione a quanto sta avvenendo in Ucraina. ‘Brindemo a l’amicizia / a la pace universal,/ dove el volerse ben / xe un afare natural”, recitano gli attori coordinati da Roberto Milani che hanno dato lettura scenica del testo di Antonella Barina, sesta tappa del percorso teatrale ‘I Fantasmi di Goldoni e Casanova a Venezia’. La storia è imperniata sulla ricerca del Graal che si rivela essere null’altro che la pace tra le persone e i popoli e vede in scena Voltaire – interpretato non a caso dall’attrice Manuela Muffatto – che dialoga con il doge Andrea Dandolo sui destini della Serenissima Repubblica veneziana, metafora dell’attuale situazione europea. La rappresentazione è andata in scena nello storico Teatro de l’Avogaria di Venezia. Nella foto, Goldoni (Vittorio Lora) e la drammaturga settecentesca Luisa Bergalli (Manuela Muffatto) che sostenne il commediografo veneziano nella sua scelta di esprimersi contro il degrado della città lagunare e fu poi costretto ad esiliarsi in Francia.
La “dea ex machina” della nuova commedia di Antonella Barina scritta come ogni anno per il Carnevale di Venezia è la letterata e drammaturga Luisa Bergalli, vissuta nel Settecento e curatrice della prima raccolta di poesie di donne fatta da una donna. La commedia si intitola “Casanova, Goldoni e il Sacro Graal” ed è la sesta tappa del percorso teatrale “I Fantasmi di Goldoni e Casanova a Venezia”. Sarà rappresentata in forma di lettura scenica al Teatro a l”Avogaria il giorno del Giovedì Grasso 24 febbraio, alle ore 19 e alle ore 21. Un mese di tempo per prepararla, causa incertezze legate alle norme anticovid, ma l”affiatato gruppo di attori e attrici coordinati dal goldoniano doc Roberto Milani non si è tirato indietro. Tra loro la multiforme attrice Manuela Muffatto, che in quest”occasione regge ben tre ruoli, uno dei quali quello della letterata veneziana settecentesca.
Barina studia i miti del femminile dagli anni Settanta e in ogni sua nuova piece è rappresentata almeno una dea: da Demetra e Persefone del “Giocatore Giocato” ad Ecate della “Comedia dei Murazzi, ovvero el Mose ai tempi di Goldoni”, alle tante incarnazioni presenti in “Fuga dai Piombi, ovvero el Goldoni innamorato”. La commedia di quest’anno è una parabola sul potere che divide per meglio imperare, seminando guerre e discordia. Ma Luisa (o Aloisia) Bergalli, che era una delle più convinte sostenitrici di Goldoni nella Venezia di allora, riesce nell’impossibile: fa riappacificare Goldoni e il collega commediografo Carlo Gozzi, storici antagonisti sulla scena teatrale dell’epoca. A proteggere i due drammaturghi sarà inoltre una misteriosa figura di veggente Gitana. Fantasma tra i fantasmi, il Doge trecentesco Andrea Dandolo, esempio di governo avveduto e inaspettato pragmatismo, dialogherà con Voltaire sulle sorti della Serenissima in un vero e proprio “Ritorno al Futuro”, tema del Carnevale di quest’anno. Casanova invece, pur se incaricato dall’Inquisitore di spiare i rapporti tra l”Illuminismo francese e i drammaturghi veneziani, farà di tutto per salvare Goldoni e Gozzi. In ballo c’è la mitica coppa della conoscenza, il Graal. Secondo una leggenda tramandata, la coppa della conoscenza era custodita nel trono di San Pietro, a Castello. Saranno gli eventi a svelare quale sia il vero Graal.
Fatta eccezione per l’Ateneo Veneto, la più antica istituzione culturale in attività a Venezia, negli anni il percorso teatrale “I Fantasmi di Goldoni e Casanova a Venezia”, di cui “Casanova, Goldoni e il Santo Graal” è la sesta stazione, è sempre stato portato in sedi “estere”: al Generator Hostel all’isola della Giudecca, all’Alliance française de Venise nel Sestiere di San Marco e a Palazzo Trevisan degli Ulivi, sede del Consolato di Svizzera alle Zattere, Sestiere di Dorsoduro. Quest’anno l’evento teatrale viene ospitato nel tempio del teatro sperimentale e della commedia dell’arte, il Teatro a l’Avogaria di Stefano Poli, figlio di Giovanni Poli e Gabriella Picozzi che lo hanno fondato portando il teatro veneziano in tutta Europa. Giovedì Grasso con Manuela Muffattore citeranno Vittorio Lora, Alessandro Esposito, Roberto Milani, Salvatore Esposito, Romina Marini, all’arpa Sonia Dainese. L’evento è una proposta dell’associazione culturale L@ Rete presieduta da Gianluigi Bergamo, titolare della popolare Radio Nostra.
Antonella Barina praticava teatro di strada durante le manifestazioni delle donne negli anni Settanta e ha esordito come drammaturga nel1982 con “Seicenta, vita di Elena Arcangela Tarabotti monaca nel “600 a Venezia” al Teatro Goldoni di Venezia. Tra le sue opere teatrali, “La Fenice” (1984), prima commedia ecologista in Italia “per bambini dagli uno ai cento anni”, dove gli uccelli abbandonano la terra per i disastri ambientali causati dagli uomini. Negli anni Novanta con la Scoletta dei Misteri ha messo in scena per più stagioni in luoghi diversi di Venezia ,in palazzi e isole, le stazioni di Materno Ancestrale, un testo che percorre la storia dell’umanità dal paleolitico all’età moderna articolato in sette scene con sette dee e sette danzatrici, dedicando grandi performance annuali alla figura di “Margarita e il Drago”. Tra le drammaturgie degli anni Novanta, “La distruzione del tempio, ovvero Teano e Cassandra” sulle figure mitologiche femminili legate alla veggenza, Ecuba tra le altre. Del 2013 le “Sette canzoni per l’Anguana”, storie miti e leggende di questi spiriti delle acque, recitate in strada e negli spazi teatrali veneziani e musicate da Monica Giori con diversi gruppi musicali. Il percorso “I Fantasmi di Goldoni e Casanova a Venezia” nasce, spiega l’autrice, perché “queste due figure meritavano di rivivere oltre la legnosa personificazione che è stata loro incollata addosso: non si può dimenticare che furono costretti all’esilio dalla città che amavano. Se le donne parteggiavano per loro, sebbene per motivi molto diversi, qualcosa di decente avranno pur fatto: Goldoni, ad esempio, è stato un vero scrittore satirico, capace di dipingere, cercando di correggerli, i vizi e i difetti dei suoi concittadini e difendendo in diverse commedie la causa delle donne. E’ anche giusto che due signori che tanto hanno palato delle donne ora siano “parlati” da una donna: ho creato quasi sempre personaggi femminili, mi riequilibra occuparmi di loro”. Ma, aggiunge, loro sono anche “il pretesto per chiamare a raccolta un po’ di divinità femminili delle quali c’è sempre bisogno”. Tra le ultime opere, tralasciando quelle poetiche: “Venezia Xenithea. Storie di donne straniere a Venezia”, raccolta di psicoritratti scritti da nove autrici da lei curata (Premio Franca Fraboni dal XXI° Premio di scrittura femminile “Il Paese delle Donne” & “Donne e Poesia”) e “Donne Sante Dee. Guida ragionata alla città di Venezia” edita da Mare di Carta di Cristina Giussani con cui assieme alla coautrice Daniela Zamburlin ha portato alla luce le vite di 154 protagoniste veneziane (altre centinaia sono nominate nell’opera) ciascuna delle quali le due autrici hanno abbinato a monumenti e luoghi di Venezia e della sua laguna.