Verbale dell’Assemblea Nazionale UDI del 27-28 giugno 2017.
Presidenza Vittoria Tola, Laura Piretti, segretarie verbalizzanti Giulia Potenza e Ilaria Scalmani.
Introduce Vittoria Tola evidenziando che, a seguito del Congresso molto apprezzato e all’elezione dei nuovi organismi dirigenti, sono emersi problemi organizzativi tra gestione sede e gruppi di lavoro. Sottolinea come in quella fase ci si sia trovate a dover fare i conti non solo con i ns progetti ma anche con la rabbia che è esplosa a seguito della morte di Sara di Pietrantonio e la sequela delle donne uccise a maggio scorso su cui il governo ha tentato di negare e di minimizzare. Già al congresso avevamo messo in evidenza come le politiche sulla violenza messe in atto avevano il movimento del gambero e che venivano gestite sempre e solo in maniera emergenziale e minimizzante. Il governo parlava di una flessione del 20%, mentre la nostra raccolta dati ha rilevato un aumento del 40% rispetto all’anno precedente tornando agli anni peggiori. Tutto questo ha fatto sì che si producesse una mobilitazione più generale che ha portato alla nascita di Non una di meno attraverso tutte le assemblee e le mobilitazioni che hanno portato alla straordinaria manifestazione del 26 novembre che ha aperto tante speranze e partecipazione. Nato per motivazioni chiare e con obiettivi precisi da soggetti consapevoli, come Io decido e l’Udi e con qualche renitenza da D.I.RE. Il processo messo in atto ha mostrato molte cose positive ma anche una grande fatica e forme nuove di presenza fino dall’’assemblea dell’8 ottobre 2016, in cui abbiamo constatato che il movimento era composto da molteplici realtà e che vi erano gruppi misti (queer, transgender) che presentavano non solo il problema della violenza di genere, ma anche quello dell’uscita dal genere: problemi che fino a quel momento il movimento femminista in Italia non aveva affrontato. Si è affrontato il problema del separatismo nelle manifestazioni o dello schieramento sul referendum costituzionale (superandolo), ma quello che è emerso è anche una modalità di decisione tale per cui non contava la posizione delle realtà organizzatrici, ma solo quello che emergeva dall’assemblea. È emerso altresì che, all’interno dei tavoli sono stati affrontati temi che non avevano attinenza con il piano antiviolenza. Questo meccanismo è continuato con le assemblee che si svolgevano nella maggior parte dei casi in sede occupate di collettivi.
Alle assemblee settimanali, sempre dopo le h.20, si riscontrava una presenza media di cento persone. Un problema che a Roma ci ha posto problemi di non poco conto in termini personali e collettivi. Questo fino all’assemblea nazionale di Roma prima e di Bologna poi dove la presenza era ancora più massiva ed eterogenea. Risultava evidente che vi era stata una discussione al di fuori dell’assemblea con cui si decideva con quale posizione uscire dai rispettivi tavoli, ed in alcuni casi si è constatato che i report non sempre rispecchiavano ciò che emergeva dall’assemblea (ad esempio con riguardo agli 8 punti dell’assemblea di Bologna).
Da qui anche la presa di posizione differente dell’Udi sul tema della 194. Il tema della violenza, così come era nato, si è allargato in forme inimmaginabili: l’appuntamento di Roma del 22/23 aprile, ha visto molte meno presenze e discussione più serena in alcuni tavoli, mentre in alcuni tavoli (come quello della salute) lo scontro è stato più vivace: in particolare, lo scontro c’è stato tra noi e dei gruppi emiliani che pretendevano di autogestire consultori e ospedali. Non è un caso che questo tavolo è l’unico che non è riuscito a produrre un report. Vittoria ricorda che oggi a Napoli c’è l’assemblea di Non una di meno e rileva che, quello che è emerso dall’ultima assemblea di Roma è che il Piano Nazionale dal basso è solo uno degli obiettivi del movimento; più importante appare la volontà di radicarsi sul territorio (costruire dal basso, proporre un piano politico generale e rappresentare un movimento femminista non separatista e collegato col mondo su un ambito generalista intersezionale e di classe). Nel frattempo il dibattito è molto acceso e si è convocata un’assemblea nazionale sull’ambiente e una sulla tratta. Su questo punto c’è stato uno scontro nell’ultima assemblea di Roma tra proibizioniste e liberiste, che dimostra che ci sono delle contraddizioni fortissime all’interno del movimento. L’8 marzo tutto è ruotato sul problema dello sciopero generale e sul rapporto con i sindacati su cui noi non siamo mai state convinte nelle modalità proposte e pur partecipando abbiamo anche lanciato ns proposte. L’8 marzo ha avuto un successo molto importante in tutt’Italia ma non è stato certo uno sciopero generale. Anche sulla 194 in particolare sull’obiezione, si sono registrate posizioni differenti.
La tendenza emersa dall’ultima assemblea, che tutti le realtà che partecipano a NUDM dovrebbero convergere all’interno di questo movimento, preoccupa perché, per quanto riguarda l’Udi,apre non solo problemi politici seri ma significherebbe anche un indebolimento non di poco conto. Questo è il solito problema dei movimenti delle donne in cui sembra che ogni volta si inizi dall’anno zero. Questo è un problema che oggi dobbiamo affrontare e discutere, così come dobbiamo affrontare la questione della campagna Adesso basta per arrivare a settembre con un bilancio di quello che è stato fatto e di quello che c’è ancora da fare. Stessa cosa vale per il lancio (di cui Vittoria ricorda di aver più volte parlato in segreteria e Coordinamento) pubblico e ambizioso dell’uso della Piattaforma per una contrattazione di genere. Lanciata in modo sommesso prima dell’8 marzo, malgrado la preoccupazione iniziale, ha riscosso molto successo, anche se ha suscitato qualche critica perché l’Udi ha preso una posizione netta sulla surrogata, su cui poi abbiamo fatto un seminario di grande successo anche per il taglio innovativo da cui abbiamo affrontato la ns riflessione. Dobbiamo ordinare tutto il materiale, diffonderlo e proseguire su questo.
Vittoria sottolinea che il 28 settembre 2017 è stato lanciato dalle donne argentine lo sciopero globale per l’aborto libero: lo slogan aborto libero non è proprio della nostra storia, pertanto invita a capire come dobbiamo muoverci per tempo. Sugli altri temi che ci hanno impegnato in questi mesi informa che l’UDI ha stipulato un accordo con il Comune di Ferrara per il Premio Immagini Amiche da tenere il 20 novembre al Teatro comunale a Ferrara. È ripartito il Gruppo del Calendario 2017 e ricorda che abbiamo avuto seri problemi per l’iscrizione al Registro delle APS e che, rifacendo il quadro della situazione, abbiamo visto che troppe UDI non hanno uno spazio fisso che ne permetta la riconoscibilità immediata nei territori. Siamo riuscite a risolvere il problema con uno sforzo particolare dal centro ma tutte dovremmo fare una verifica seria dei nostri gruppi e sedi sia per verificarne l’attività e la presenza da aggiornare sul sito che è rimasto alla mappa pre-congresso. In questo ha un ruolo determinante sia la segreteria che il coordinamento ma anche ogni singola sede e ognuna di noi. Sottolinea che questa verifica è necessaria anche a livello centrale e che dobbiamo riorganizzare i gruppi di lavoro perché alcune realtà dopo il Congresso hanno retto, ma altre hanno fatto fatica a impegnarsi per molte ragioni.
Vittoria comunica che al Congresso ha posto la questione delle sue dimissioni dopo cinque anni di impegno come responsabile e per la necessità di affrontare il rafforzamento dei gruppi dirigenti. Dopo la sua proposta le è stato chiesto di aspettare tre mesi fino all’assemblea congressuale che poi, su richiesta di tutte, è diventato diventati un anno, og- gigi sappiamo che l’anno è passato e pertanto comunica che rassegna le sue dimissioni, ringraziando tutte per la fiducia che ha ricevuto. Nonostante ancora si dica che non siamo pronte per cambiare una delle responsabili, alla prossima Assemblea le sue dimissioni diventeranno irrevocabili. Bisogna quindi capire cosa fare per prepararci alle elezioni della nuova responsabile. Mantiene la proposta di continuare il suo impegno all’interno del gruppo dirigente nei modi e nelle forme che tutte decideremo.
Come da ODG ricorda che nell’assemblea ci sarà inoltre l’approvazione del bilancio e la relazione delle Garanti sulla questione della chiusura dell’UDI di Reggio Calabria. Comunica inoltre che l’Udi nazionale è quasi alla fine della prima parte del Progetto sulla digitalizzazione dei manifesti dell’Archivio centrale che ha rappresentato un impegno molto forte per alcune in questi ultimi due anni come ripetutamente rappresentato a tutte. Interventi: Laura Piretti : Sulle dimissioni di Vittoria dice che sperava che non ce le presentasse, ma, sapendo bene che Vittoria non lascia l’Udi, ciò significa che continuiamo ad avere una risorsa da impiegare nel lavoro. Sulla campagna Adesso basta, per la quale ci eravamo proposte un anno di lavoro, ritiene che bisogna continuare perché sta cominciando a mostrare alcuni frutti. In Emilia Romagna, nonostante alcuni passi positivi, la volontà istituzionale è di non darci le due cose che avevamo chiesto (il tetto sull’obiezione alla legge 194 e un tavolo di partecipazione integrato sui consultori) ma di procedere anche a miglioramenti (es: andando verso la somministrazione della RU486 nei consultori) visti però come modo per evitare l’intervento diretto sul numero degli obiettori. In Emilia Romagna potrebbe decidersi (ad esempio sull’ospedale di Pavullo che non solo ha il cento per cento di obiettori, ma che ora viene chiuso anche per i parti) un’iniziativa forte magari coinvolgendo anche non una di meno.
Così anche a livello nazionale ci sono appuntamenti (es: la giornata per “aborto libero”) su cui possiamo anche vedere se e come agire. Certamente la campagna Adesso basta va rilanciata. Chiede di valutare a conclusione dell’anno Adesso Basta (che però a gran voce si è detto che continua) inaugurando l’anno della Piattaforma “per una contrattazione di genere” con un’iniziativa non necessariamente a Roma, ma comunque di portata nazionale, organizzando il lancio del documento e spiegando il perché di questo documento, illustrando le iniziative che, a partire da quella, verranno lanciate sui territori. Oltre alla violenza, Non una di meno incrocia in parte i temi della Piattaforma UDI e dunque azioni comuni possono continuare, decise però di volta in volta. E’ bene, dunque chiarire il nostro rapporto con questa realtà, a cominciare dal fatto che quella fase in cui noi eravamo una delle realtà promotrici è ormai passata. ciò non significa che UDI debba prendere le distanze da Non una di meno, come fossimo una realtà istituzionale che si chiude nei suoi confini. Semplicemente rispetto alla piattaforma globale che il movimento vuole approntare (tenendo conto che si parla di temi come aborto libero, aborto casalingo ecc.), dobbiamo pur dire quanto ciò sia oltre il piano femminista contro la violenza su cui ci siamo impegnate e che non possiamo più contare su pratiche condivise e discusse.
Marina Pivetta (non corretto dall’autrice) osserva che quando nascono dei movimenti è difficile trovare una leadership che sia in grado di gestirli e condizionarli. Sottolinea che abbiamo visto anche la storia di un certo movimento femminista degli anni ’70, che ha attecchito solo nei luoghi in cui c’era memoria, tutti gli altri sono scomparsi. A rimanere in piedi sono solo quelle organizzazioni che non hanno un atteggiamento snobistico, ma che riescono ad essere pesci nel mare, trovando però una loro collocazione politica. Non c’è da temere di essere surclassate come UDI dalla virulenza del movimento. La campagna Adesso basta deve chiudersi con un risultato, anche minimo, anche avendo la forza di denunciare il silenzio delle istituzioni.
Katia Graziosi (non corretto dall’autrice) ringraziando preliminarmente le Garanti precedenti, relaziona sull’attività delle Garanti di quest’anno. In particolare, la questione Reggio Calabria ha posto un tema nuovo, in quanto quello che chiedeva Marsia Modola a Udi nazionale non era previsto dallo statuto nazionale, sicché Marsia è stata invitata a convocare un’assemblea delle iscritte 2015 che si prendesse le sue responsabilità; nel frattempo, si è inserita Caterina Jacopino nel percorso che ha convocato l’assemblea, pur essendo esclusa dal tesseramento, pertanto le Garanti, insieme a tutti gli organi dell’UDI, hanno dovuto diffidare la Jacopino dall’uso del nome dell’UDI. Alla fine la riunione della donne attive a Reggio Calabria è stata convocata ed è stato deliberato lo scioglimento. Sulla questione archivio dell’UDI di Reggio Calabria, rileva che il materiale risulta essere presso l’Istituto Gramsci, per cui occorre sentire cosa è rimasto. Le garanti hanno validato le dimissioni di Marsia e, qualora fossero presentate richieste di tesseramento, anche l’UDI nazionale deve preliminarmente fare una verifica sull’affidabilità della richiedente. Nel frattempo è pervenuta una richiesta di tesseramento da parte di una delle “fuoriuscite” che chiedeva un incontro anche per discutere di un atto costitutivo dell’Udi di Reggio Calabria di vent’anni fa. È stata mandata una lettera dal coordinamento alle iscritte di Reggio Calabria 2015 nella quale le Garanti dicono che volendo singolarmente si possono iscrivere. La cosa più importante non è la tessera ma la qualità dell’attività politica sul territorio, quindi le donne di Reggio Calabria devono riflettere su questo punto.
Rosangela Pesenti prende la parola per Associazione Archivi. Spiega quando è nata e perché è nata l’associazione archivi (info reperibili anche sul sito). Afferma che l’associazione non è mai decollata del tutto, sebbene rappresenti un grosso patrimonio archivistico a livello europeo per quanto riguarda l’associazionismo femminile. Fa un richiamo alle UDI locali perché considerino seriamente l’associazione archivi. Precisa che c’è la necessità di recuperare archivi personali e archivi dispersi. Fa un appello all’UDI per dimostrare il valore dell’associazione Archivi. Giovanna Scassellati (non corretto dall’autrice) afferma che non ci sono risultati nel Lazio, in seguito alla campagna Adesso Basta. Ci sono notizie su dei fondi per i consultori ma ancora non si sa niente. La battaglia del S. Camillo sull’assunzione dei ginecologi è senza senso perché gli assunti in realtà già lavoravano lì da molti anni. Richiede una mobilitazione a Roma per vedere la situazione, consultorio per consultorio e la presenza sempre più scarsa del personale nei consultori. Ritiene indispensabile chiedere alla Ministra della Salute di cambiare la relazione sulla L. 194. Vittoria Tola risponde facendo riferimento alla determina di Zingaretti che è la causa di tutto questo e sottolinea che lo stesso non risponde alle nostre questioni su consultori, obiezioni ecc. La Consulta dei consultori, nella riunione richiesta da Udi, ha chiesto quanti operatori vanno in pensione a dicembre 2017 ma ancora nessuna risposta. Rosanna Galli afferma che come UDI dobbiamo avere consapevolezza di chi siamo, dove siamo (in merito alla questione NUDM) e dove NON siamo. A Modena si discuterà del reddito minimo di cittadinanza. Le piange il cuore a vedere migliaia di ragazze in fermento e non riuscire ad entrarci in contatto come UDI. Tuttavia abbiamo dei limiti e ne dobbiamo avere consapevolezza. Ricollegandosi all’intervento della Pesenti, sottolinea che abbiamo un grande patrimonio e che facciamo storia, nonostante l’’82, che va raccontata perché da allora nessuna la racconta. A Modena, su alcune azioni pubbliche (es. pregatori) possiamo andare con NUDM, visto che siamo poche. Dobbiamo tenere conto dell’UDI cala di iscritte e aumenta l’età, quindi bisogna tenere conto di queste giovani donne di NUDM.
Katia Graziosi (non corretto dall’autrice) apprezza il discorso di Rosanna. Sostiene che bisogna rimanere collegate con quello che si muove intorno a noi. Abbiamo bisogno di confrontarci con le istituzioni e portare a casa il risultato: questo ha sempre fatto l’UDI. NUDM si muove diversamente in modo più irruento. Sulla campagna Adesso basta, aggiungerebbe la parola Ad oltranza. Informa che la Lorenzin sarà a Bologna per un’iniziativa alla quale l’Udi si presenterà per consegnarle il dossier, anche se è già stato consegnato via mail alla Segreteria della ministra. Bologna vuole incontrare le 3 donne dei sindacati per discutere della campagna. Rileva che c’è un momento di debolezza organizzativa e che bisogna sostenere meglio le strutture organizzativi. Antonella Pompilio dà lettura del comunicato di UDI Pesaro in merito alla campagna Adesso Basta che si allega al verbale e chiede di riunire appena possibile un coordinamento per discutere della campagna e dei suoi sviluppi prima di settembre e come rilanciarla. Informa sul seminario che Pesaro ha organizzato sui consultori. -Pausa pranzo ore 13.30-Riapertura dei lavori alle ore 14.30-
Francesca Magliulo (non corretto dall’autrice) nel suo intervento osserva che le ragazze di NUDM non vogliono contrattare. Sottolinea però l’importanza della presenza alle riunioni di NUDM. Evidenzia che è stata inaugurata la nuova sede di UDI Pescara presso la Filanda, ex stabilimento dove si filava la seta.
Lia Randi (non corretto dall’autrice) afferma che l’UDI deve avere la misura di quello che è: una realtà che non è presente su tutto il territorio nazionale, che ha poche risorse e che fa quello che può. Per quanto riguarda NUDM, lo ritiene un movimento antagonista e, non essendo separatista, tira su un po’ tutto. Non le è piaciuto vedere prendere parte a NUDM alcune realtà che fanno parte del movimento antagonista ed è convinta che dietro ci sia una regia da parte di chi intende veicolare un messaggio di radicalità e del non compromesso che un po’ difficile per chi si pone l’obiettivo di un piano che presuppone una contrattazione; propone di tenerci Adesso Basta e andare avanti a prescindere da NUDM. Sull’ “aborto libero” promosso da NUDM, afferma che, per lei va bene l’”aborto libero” ma nelle strutture sanitarie pubbliche.
Giuliana Campanaro (non corretto dall’autrice) interviene per dire che, su Adesso Basta, Udi La Goccia ha fatto un sit-in alla Regione e sono state ricevute dall’assessora, la quale ha promesso loro diversi incontri. Ad oggi si sono fatti due incontri in cui la Regione ha fornito dei dati vecchi e incompleti. Inoltre si faranno degli incontri monotematici, pertanto bisogna continuare la nostra pressione.
Annalisa Marino (non corretto dall’autrice) considera la mobilitazione NUDM come un successo del nostro lavoro che per tanto tempo abbiamo dovuto fare da sole. Dovremmo tuttavia rafforzare tale rapporto mantenendoci fedeli a noi stesse. Quello che la preoccupa è che in questo momento c’è una tendenza a maschilizzare le istituzioni e femminilizzare le vittime, salvo poi contrapporvi l’autoimprenditorialità del liberismo. Dobbiamo prendere atto dei nostri limiti di risorse, energie e competenze. Individuare dei modi e delle chiavi di lettura con cui rappresentarci (autodeterminazione non condizionata da motivi economici, sociali, contrapposta all’idea di sé che in realtà è etero- indotta). andare con NUDM, visto che siamo poche. Dobbiamo tenere conto dell’UDI cala di iscritte e aumenta l’età, quindi bisogna tenere conto di queste giovani donne di NUDM. Katia Graziosi (non corretto dall’autrice) apprezza il discorso di Rosanna. Sostiene che bisogna rimanere collegate con quello che si muove intorno a noi. Abbiamo bisogno di confrontarci con le istituzioni e portare a casa il risultato: questo ha sempre fatto l’UDI. NUDM si muove diversamente in modo più irruento. Sulla campagna Adesso basta, aggiungerebbe la parola Ad oltranza. Informa che la Lorenzin sarà a Bologna per un’iniziativa alla quale l’Udi si presenterà per consegnarle il dossier, anche se è già stato consegnato via mail alla Segreteria della ministra. Bologna vuole incontrare le 3 donne dei sindacati per discutere della campagna. Rileva che c’è un momento di debolezza organizzativa e che bisogna sostenere meglio le strutture organizzativi.
Antonella Pompilio dà lettura del comunicato di UDI Pesaro in merito alla campagna Adesso Basta che si allega al verbale e chiede di riunire appena possibile un coordinamento per discutere della campagna e dei suoi sviluppi prima di settembre e come rilanciarla. Informa sul seminario che Pesaro ha organizzato sui consultori. -Pausa pranzo ore 13.30-Riapertura dei lavori alle ore 14.30- Francesca Magliulo (non corretto dall’autrice) nel suo intervento osserva che le ragazze di NUDM non vogliono contrattare. Sottolinea però l’importanza della presenza alle riunioni di NUDM. Evidenzia che è stata inaugurata la nuova sede di UDI Pescara presso la Filanda, ex stabilimento dove si filava la seta. Lia Randi (non corretto dall’autrice) afferma che l’UDI deve avere la misura di quello che è: una realtà che non è presente su tutto il territorio nazionale, che ha poche risorse e che fa quello che può. Per quanto riguarda NUDM, lo ritiene un movimento antagonista e, non essendo separatista, tira su un po’ tutto. Non le è piaciuto vedere prendere parte a NUDM alcune realtà che fanno parte del movimento antagonista ed è convinta che dietro ci sia una regia da parte di chi intende veicolare un messaggio di radicalità e del non compromesso che un po’ difficile per chi si pone l’obiettivo di un piano che presuppone una contrattazione; propone di tenerci Adesso Basta e andare avanti a prescindere da NUDM. Sull’ “aborto libero” promosso da NUDM, afferma che, per lei va bene l’”aborto libero” ma nelle strutture sanitarie pubbliche.
Giuliana Campanaro (non corretto dall’autrice) interviene per dire che, su Adesso Basta, Udi La Goccia ha fatto un sit-in alla Regione e sono state ricevute dall’assessora, la quale ha promesso loro diversi incontri. Ad oggi si sono fatti due incontri in cui la Regione ha fornito dei dati vecchi e incompleti. Inoltre si faranno degli incontri monotematici, pertanto bisogna continuare la nostra pressione.
Annalisa Marino (non corretto dall’autrice) considera la mobilitazione NUDM come un successo del nostro lavoro che per tanto tempo abbiamo dovuto fare da sole. Dovremmo tuttavia rafforzare tale rapporto mantenendoci fedeli a noi stesse. Quello che la preoccupa è che in questo momento c’è una tendenza a maschilizzare le istituzioni e femminilizzare le vittime, salvo poi contrapporvi l’autoimprenditorialità del liberismo. Dobbiamo prendere atto dei nostri limiti di risorse, energie e competenze. Individuare dei modi e delle chiavi di lettura con cui rappresentarci (autodeterminazione non condizionata da motivi economici, sociali, contrapposta all’idea di sé che in realtà è etero- indotta).
Delia La Rocca (non corretto dall’autrice) sostiene che dobbiamo fare i conti con le risorse che abbiamo e ridimensionare le nostre ambizioni anche in termini di visibilità. Ritiene che NUDM non sia un movimento che non contratta perché al suo interno ci sono molti centri antiviolenza che chiedono riconoscimenti e finanziamenti. Non la preoccupa la loro voglia di allargarsi e ritiene che bisogna continuare ad osservarle ed analizzarle. Le parole “aborto libero” le fanno pensare ad una privatizzazione.
Liviana Zagagnoni sostiene che il nostro problema è che non siamo monotematiche e questo ci sfinisce perché siamo poche. Afferma che dopo l’assemblea di Bologna di NUDMeno ha perso la passione e non ha voglia di fare passi indietro ai traguardi da noi già raggiunti. Invita ad osservare che su alcune questioni in comune, noi e NUDM siamo su percorsi molto diversi, difficili da avvicinare, anche se ultimamente abbiamo assistito a qualche svolta. Luana Vacchi (non corretto dall’autrice) afferma che l’UDI ha declinato la violenza internazionale molto prima di NUDM, ma ben venga che loro raccolgano e vadano avanti. Va bene l’osservare come agiscono e come comunicano. Molto difficile è organizzare la comunicazione da Udi Nazionale alle altre Udi così come da Udi ai media, ma comunque occorre valorizzare ciò che è stato fatto.
Gloria Bigliardi (non corretto dall’autrice) racconta la sua esperienza positiva di partecipazione al tavolo di NUDM sul sessismo nei movimenti. Rosangela Pesenti osserva che ciclicamente si ripresentano collettivi femminili che vogliono cambiare a partire dalle proprie vite. Dobbiamo pensarci dentro una storia più lunga di cui le donne dell’UDI sono testimoni. In questo momento noi siamo i terminali di una lunga storia, e dobbiamo avere i sensori aperti. La Piattaforma per una contrattazione di genere può essere un terreno di dibattito perché colloca le richieste concrete nello spazio di rottura del paradigma economico tradizionale. Con riguardo alla comunicazione, osserva che è una fatica che spesso ci frena.
Marina Pivetta (non corretto dall’autrice), su consultori ed obiettori, afferma che è necessario fare un excursus sulla politica privatistica della sanità che stanno mettendo in atto (v. chiusura ospedali) e, per quanto riguarda la comunicazione UDI, occorre rivedere la comunicazione online
Antonella Pompilio (non corretto dall’autrice) racconta del progetto con un Comune dell’Emilia nelle scuole dentro le quinte degli istituti tecnici. Si sono preparate su come parlare di violenza a dei maggiorenni. Forse però, afferma, in UDI bisognerebbe discutere su come e cosa dire agli studenti;
Vittoria Tola afferma che NUDM non è univoca ma sono tante realtà messe insieme. Tra i vari incontri nazionali, ci sono state decine e decine di assemblee e solo la presenza fisica può consentire di far valere la propria opinione, poiché l’opinione di chi non è presente alle assemblee non conta.
Chiusura dei lavori h. 18.30 La Presidenza: Vittoria Tola, Laura Piretti Segretaria verbalizzante Giulia Potenza Verbale dell’assemblea dell’UDI del 27 maggio 2017
Il 28 del mese di maggio 2017 presso la sede di via della Penitenza alle ore 10, si è riunita l’assemblea delle socie dell’Unione Donne in Italia presenti: Vittoria Tola e Laura Piretti (responsabili nazionali), Giuseppina Martelli (Tesoriera), Rosanna Galli, Gabriella Gavioli, Kadra Jama (Udi Modena), Ilaria Scalmani, Renata Muliari, Fabrizia Castagna, Giulia Potenza, Giovanna Scarsellati, Paola Parisi, Annalisa Marino, Giuliana Campanaro (UDI La Goccia), Gloria Bigliardi (UDi Carpi), Rosangela Pesenti (Udi Velia Sacchi), Delia La Rocca (Udi Catania), Antonella Pompilio, Bonazzoli Bianca, Simoncilli Gigliola, Simoncini Ornella (UDI Pesaro), Catalina Golban e Liviana Zagagnoni (Udi Ferrara), Maria Vanna Zanini (Grosseto),Lia Randi Luana Vacchi, Renza Bartolotti, Francesca Piombini (UDI Ravenna), Katia Graziosi (UDi Bologna), Valentina Sonzini (Udi Genova). Presidenza, Vittoria Tola, Laura Piretti. Apre l’assemblea la Tesoriera Giuseppina Martelli presentando il bilancio consuntivo 2016. Dopo la spiegazione e le delucidazioni sulle singole voci, viene approvato il bilancio con 30 voti favorevoli, 1 contraria e 0 astenute. L’assemblea approva all’unanimità la chiusura del conto corrente num. 53230009 presso Poste Italiane, filiale Roma Grottarossa; Via di Grottarossa, 56/58.
Vittoria Tola prende parola spiegando la situazione attuale della sede di Via della Penitenza in particolare per la questione dell’affitto di via dell’Arco di Parma ancora in essere e dell’attesa del contratto da parte del comune della nuova sede che tarda ad arrivare e che costringe chi e’ in sede nazionale a un lavoro di contatti e incontri sfiancante con la nuova amministrazione.
Rosanna Galli chiede alle garanti di fare un monitoraggio sul numero delle tesserate e la presenza effettiva delle UDI sul territorio nazionale. Anche Lia Randi chiede che qualcuna segua la questione tessere (per avere ben chiaro il numero di quelle date, di quelle pagate, di quelle non ancora restituite). Ci deve essere la verifica e il controllo.
Giuseppina Martelli (non corretto dall’autrice) sostiene che le Udi molto spesso vengono sollecitate a pagare la somma dovuta e la restituzione delle tessere non fatte, ma ciò non basta affinchè si regolarizzi il tutto. Cosi’ è stato fin dal 2012. Ribadisce che il bilancio presentato è di competenza contrariamente all’opinione di Delia la Rocca e sottolinea che questa forma di bilancio e’ stata chiesta in una precedente assemblea.
Vittoria Tola ricorda che dal 2012 la situazione delle tessere è un problema permanente poiché da allora diversi crediti di Udi nazionale sono rimasti sempre aperti. per anni alcune donne sono state dietro al pagamento di determinati crediti. Si è negli anni lavorato a una mappatura anche per verificare se alcune UDI (pur non pagando il tesseramento) nei territori chiedano risorse beneficiando del nome UDI. Sarebbe importante capire anche quali altri modi o strade l’UDI può trovare per finanziarsi ma è fondamentale che ogni UDI abbia un statuto strutturato come quello nazionale ma autonomo.
Laura Piretti sottolinea che il tesseramento è un dato politico importantissimo. Non si tratta solo di valutare chi ha preso tessere senza poi farle, oppure quanto sia realistico che UDI importanti abbiano pochissime tessere. Da valutare è il dato politico che avere una tessera è non solo sostegno economico all’associazione, ma è Diritto/possibilità di partecipare attivamente alla vita politica dell’associazione (partecipazione assemblee, ai congressi, ai gruppi dirigenti, ai gruppi di lavoro, ecc.) e dunque il tesseramento deve consegnare dati certi sia come numeri che come risorse date alla sede nazionale.
Renata Muliari ringrazia Vittoria per l’impegno con le istituzioni a farsi assegnare la sede attuale dell’associazione a cui l’Udi la Goccia ha dato un grande supporto economico. In merito alle vendite del nostro Calendario, il ruolo di Noi Donne nel 2016 ci ha arrecato un danno poiché vendendo l’agenda è stato associato alla nostra associazione pertanto non hanno acquistato il calendario credendo di aver comunque contribuito a sostenerci. Nei fatti le vendite del calendario sono diminuite visibilmente. Ma l’UDI La Goccia riesce a diffondere comunque 2200 calendari per lo più nelle categorie sindacali dove il lavoro dell’UDI è riconosciuto e molto apprezzato. Ma tale impegno deve essere sentito e riconosciuto anche per le donne dell’UDI che a Roma in particolare in sede lavorano gratuitamente.
Il calendario è fondamentale per il bilancio udi e per fare iniziative politiche. Accenna inoltre alla questione dell’archivio provinciale di Roma che qualche anno fa è stato ceduto ad Archivia vincolandolo in quanto archivio fondante e quindi non più libero per essere depositato in altro luogo come l’Archivio Centrale. Da chi gesti’ quel passaggio fu fatto un errore politico ai danni dell’UDI nazionale e dell’allora UDI Provinciale e in modo non condiviso.
Rosanna Galli (non corretto dall’autrice) sollecita alla riflessione di come sia realmente composta oggi l’UDI e di quale presenza effettiva ci sia sui territori. A Modena ad esempio più di 10 copie del calendario la CGIL non prende. Anche lei sostiene che il dato politico più importante sia la tessera e non il calendario. Questo numero infatti non è destinato a aumentare anzi. Bisogna puntare alle tessere altrimenti chiudiamo e rimangono solo i nostri archivi. Ma è necessario continuare a fare politica . È necessario che rimangano almeno 20 sedi sul territorio nazionale. Una questione importante, oggi, è soprattutto stare dietro all’albo, che non sarà più quello dell’APS (Ass. promozione sociale) ma quello del terzo settore. Questo però è un problema poiché in quest’ambito non è prevista la parola “associazione femminile” e ciò comporterà la difficoltà a reperire fondi anche attraverso bandi pubblici.
Rosangela Pesenti in merito alla questione tessere crede che sebbene siamo in poche abbiamo tuttavia molte competenze. Pertanto è bene metterle a frutto poiché il nostro bacino di utenza politica è molto più ampio e ciò aiuterebbe a trovare nuove tesserate. Riscontra inoltre che molte donne dell’UDI oggi non conoscono tutta la storia dell’associazione soprattutto del passato più lontano. In merito a quanto detto da Vittoria Tola sulla vicenda di Reggio Calabria ritiene che l’informazione vada data in modo completo altrimenti chi non conosce i fatti rischia di farsi un’idea deformata delle ragioni di tutte le parti. Sulla informazione è necessario aver chiari i problemi dell’UDI sia per quel che riguarda la comunicazione interna ma anche quella esterna; in tal senso si propone, con l’aiuto in archivio di Ilaria Scalmani, di scrivere la pagina wikipedia dell’UDI. Sempre inerente alla comunicazione sostiene che le fotografie sono importanti. La fotografia non solo come scatto occasionale ma come esito di una scelta politica che rende visibile e documenta il senso e magari anche il piacere di essere, insieme, gruppo dirigente dell’UDI. Ribadisce, come già ha detto in Coordinamento, che la mancanza di questa visibilità collettiva alla manifestazione del 26 novembre favorisce quella clandestinità dell’Udi che poi lamentiamo. La storia passa anche dalle fotografie. Giovanna Scassellati (non corretto dall’autrice) dichiara di far parte del gruppo risorse. Ritiene che la tessera non sia sufficiente per un’associazione come la nostra a coprire tutte le spese. Spesso nell’associazione ci sono degli intoppi ma bisogna andare avanti perché la nostra diversità è una ricchezza e non deve essere un problema.
Katia Graziosi (non corretto dall’autrice) si rende conto che la lettura dei bilanci solleva questioni che accalorano sempre molto. Anche a Bologna si paga l’affitto della sede e non si ha alcuna agevolazione, anzi il Comune agevola l’apertura di uno sportello per gli uomini maltrattanti. La questione del terzo settore è molto seria; possiamo pensare di attivare delle alleanza con altre realtà associative, anche nazionali come il CIF, per avere più forza nel richiedere che la parola associazione femminile venga inserita all’interno dell’albo. Antonella Pompilio (non corretto dall’autrice) racconta che anche a Pesaro ogni anno viene fatta un’assemblea con l’approvazione del bilancio e vengono anche redatti i bilanci. Oltre alle donne dell’UDI si aprono gli incontri anche ad altre donne al fine di conoscerle ed avvicinarle. Quando loro fanno una tessera non vogliono solo i soldi ma richiedono un minimo di impegno/presenza politica. Il lavoro della tessera è un lavoro di convincimento. È importante che le sedi siano strutturate perché sono anche un patrimonio per l’UDI Nazionale. Vittoria Tola conferma che è vero che il nostro ambito di influenza è più ampio del numero delle tesserate. Ad esempio la sede nazionale è un luogo dove si fanno eventi a cui aderiscono un gran numero di persone tanto da avere quasi sempre solo i posti in piedi (es. convegno sulla tratta, le Cinepioniere, presentazioni libri, ecc..) Fa un accenno anche lei per chiarire alcuni particolari sulla vicenda dell’archivio provinciale di Roma e sulla natura del rapporto giuridico con Archivia. Similmente si riallaccia alla questione dell’archivio storico di Noi Donne, un questione in sospeso e ancora non chiara. In merito alla questione sollevata da Pesenti su Reggio Calabria, ritiene che le storie si devono raccontare tutte per intero, poiché estrapolare solo alcuni particolari altera il giudizio.
Gloria Bigliardi (non corretto dall’autrice) riferisce che a Carpi è stato fatto un incontro con la COOP Alleanza alla quale si sono richiesti dei finanziamenti. La possibilità concreta c’è, ma il loro sostegno è a livello nazionale (hanno fatto l’esempio del ricavato della vendita di un particolare prodotto il cui 1% potrebbe essere devoluto, per un periodo limitato, all’Udi se abbinato a un progetto/iniziativa). È quindi necessario un progetto da presentare alla sede nazionale della Coop che si trova a Bologna.
Delia La Rocca (non corretto dall’autrice) ritiene che la richiesta di tessere è importante per la politica in seconda battuta per le finanze. Racconta che Catania con il surplus dei 10 € della tessera si è dovuta pagare il costo che per le spese vive del rinnovo dello Statuto. Liviana Zagagnoni riferisce che Ferrara richiede più tessere del fabbisogno, sperando di fare qualcuna in più. E dovendo seguire il criterio deciso del contributo da versare a UDI nazionale, alla sede locale resta ben poco o nulla.
PAUSA PRANZO
Laura Piretti in merito alla questione di Reggio Calabria riferisce che la decisione presa è quella per cui non si ritiene opportuno accettare l’iscrizione di Caterina Jacopino per la sua scarsa chiarezza e per le modalità del suo agire politico in questa fase delicata. Ricorda che nella prossima assemblea straordinaria è necessario trovare chi sostituirà Vittoria Tola come responsabile nazionale. Si dovrà anche vedere la questione organizzativa dell’UDI nazionale. Il Premio immagini amiche quest’anno doveva esser fatto a Ferrara ma la questione si è complicata a causa della rimozione dell’Assessora con cui avevamo preso accordi. Ci sono diversi interventi per sollecitare Vittoria a ripensare alle sue dimissioni Vittoria Tola continua a sostenere fermamente le sue dimissioni.
Delia La Rocca (non corretto dall’autrice) propone momentaneamente di alleggerire gli impegni di Vittoria con l’aiuto del coordinamento e della Segreteria. Se con i gruppi di lavoro lavoriamo di più riusciamo a cercare di individuare una figura che la possa sostituire.
Laura Piretti ricorda che in merito al calendario del 2018 siamo già in ritardo poiché dobbiamo iniziare a lavorarci sopra pertanto è stato autorizzato il gruppo di lavoro calendario a cominciare. Il tema è stato deciso dalla segreteria.
Liviana Zagagnoni informa che il gruppo calendario convocato per ieri (27 maggio) non si è potuto riunire per intero (per varie ragioni), ma solo parzialmente. Il tema scelto in precedenza e confermato, è quello delle letterate (italiane e straniere) che hanno lasciato parole forti e fondamentali per le donne e per i movimenti, tanto che spesso le abbiamo riprodotte nei nostri manifesti o citate nei documenti. Sarà per il gruppo una scelta complicata.
Valentina Sonzini (non corretto dall’autrice) ribadisce che il gruppo comunicazione con l’esterno di cui lei fa parte c’è e lavora sebbene ci siano delle cose da mettere a punto per un funzionamento migliore. Facebook funziona molto bene e invita alla consultazione della pagina. In merito al sito web potremmo pensare di inserire e mettere in evidenza gli eventi delle udi locali.
Antonella Pompilio (non corretto dall’autrice) a proposito della campagna Adesso Basta avverte come Udi di Pesaro la necessità di un documento proveniente dal nazionale spendibile a livello locale.
Lia Randi (non corretto dall’autrice) riguardo alla comunicazione interna all’Udi avverte che non sempre arrivano localmente tutti i materiali che dovrebbero. In merito alla richiesta di Antonella Pompilio non sente la necessità di un altro documento poiché ritiene che ci siano un abbondanza di scritti, quando in realtà il vero problema è dove spenderli questi documenti.
Vittoria Tola riguardo ai problemi inerenti la comunicazione interna spiega che le responsabili all’invio e alla gestione delle mail da due che dovevano essere, per problemi legati alla salute e alla famiglia, è diventata una sola nonostante aiuti saltuari di altre. Per quel che riguarda le sollecitazioni e valutazioni politiche, gli stimoli non è detto che debbano arrivare sempre dal centro anzi a volte sarebbe utile anche che dal locale ci fossero degli input.
Rosanna Galli (non corretto dall’autrice) in merito alla campagna Adesso Basta ritiene che sarebbe utile e d’effetto mettere insieme tutte le foto, i volantini, le iniziative per dare un’idea del lavoro che in questi 10 anni è stato fatto. Sulla piattaforma per una contrattazione di genere dobbiamo metterci in contatto con nuove donne, Coldiretti, Confagricoltura, Cia. Dovremmo guardare anche alcune esperienze dell’imprenditoria femminile che sono molto belle.
Katia Graziosi (non corretto dall’autrice) crede che sarebbe utile un piccolo aggiornamento su ciò che è stato fatto in tutte le sedi con Adesso Basta. A Bologna si sono chieste come valorizzare il discorso sul Welfare. Hanno pensato di fare cordata con l’ANPI per chiedere all’università la Laurea ad honorem ad Adriana Lodi chiamata la mamma degli asili nido a Bologna.
Rosangela Pesenti chiede di predisporre un calendario di appuntamenti del coordinamento e della segreteria in modo da favorire la partecipazione.
Laura Piretti crede che per aiutare gli organi direttivi ci debba essere da parte di una singola la possibilità di manifestare l’impossibilità di presenziare (quando si conoscono le tempistiche) all’attività organizzativa: è dunque fondamentale che ci sia un calendario degli incontri di coordinamento e di segreteria e che si potenzino/ migliorino le condizioni per collegamenti via skype.
Valentina Sonzini (non corretto dall’autrice) sostiene che per dare risonanza alla piattaforma dovremmo chiedere alle “nostre” parlamentari un comunicato stampa insieme a loro, magari prima dell’estate.
Kadra Jama (non corretto dall’autrice) propone che per tutti gli slogan come ad esempio Adesso Basta si depositi legalmente la frase, parola (marchio registrato). La proposta riceve consensi.
Vittoria Tola dichiara che i gruppi di lavoro vanno rivisti, poiché ci sono state alcune defezioni e vanno riorganizzati. Inoltre i gruppi devono autoconvocarsi e non aspettare una comunicazione altra. La segreteria deve inoltre verificare il lavoro di tali gruppi.
Liviana Zagagnoni crede che né i gruppi tematici né il cooordinamento siano nelle condizioni di autoconvocarsi e che serva nominare una referente che si assuma questa funzione.
Laura Piretti ritiene che vada chiarito, in merito ad un discorso complessivo sull’organizzazione, che esistono gruppi “strutturali” quali immagini amiche (se si pensa di proporlo in modo continuativo), calendario, risorse, comunicazione ecc. ed altri che invece si aprono e si chiudono in merito ai temi su cui si lavora. È inoltre necessario, cosa richiesta esplicitamente da Antonella Pompilio, mettere a confronto il coordinamento e la segreteria con le attività locali su Adesso Basta.
Vittoria Tola ribadisce che alcuni gruppi vanno ristrutturati. Conclude l’assemblea dicendo che si farà il verbale riassumendo le proposte finali così da individuare quali le più urgenti. Insieme al verbale verrà inoltre mandato l’elenco dei gruppi a cui si potrà partecipare o scegliere di cancellarsi.
L’assemblea conclude i suoi lavori alle ore 17.30. La Presidenza Vittoria Tola, Laura Piretti La segretaria verbalizzante Ilaria Scalmani