Per la rubrica TERRAMADRE & BENESSERE sul canale YouTube dell’associazione il Paese delle Donne oggi parliamo dell’arrivo delle recenti modifiche in tema di sanzioni, alcol test e aumento dei controlli su strada che portano fermento nel mondo del vino.
Nel tornare ad affrontare il discorso del vino e del bere responsabile, andiamo a vedere cosa succede in questo mondo dopo l’arrivo delle recenti modifiche in tema di sanzioni, alcol test e aumento dei controlli su strada, che hanno scoraggiato molte e molti anche dal solo concedersi un bicchiere di vino al ristorante.
Il recente inasprimento delle sanzioni a seguito di un alcol test positivo ha allarmato chi ha tra le proprie passioni quella del vino, delle degustazioni e dell’enoturismo. Ma perché questo caos? Se rispetto alla normativa del 2010, i limiti non sono cambiati, sono aumentati invece -e di molto- i controlli e le persone stanno rinunciando anche a un singolo calice a tavola, come testimoniano ristoratori e associazioni di categoria.
Parte del problema risiede nella mancanza di informazioni precise, così per prima cosa andiamo a vedere meglio qualche dettaglio.
Il Ministero della Salute spiega che di solito basta aspettare 2/3 ore per portare a zero l’alcolemia di un bicchiere di vino consumato a digiuno e da 1 a 2 ore se si è mangiato.
Spiega inoltre che la costituzione fisica di uomini e donne è differente e che gli effetti dello stesso quantitativo di alcol sono doppi per la tolleranza fisica di queste ultime.
La parte innovativa della sanzione, quella che più spaventa, riguarda il dispositivo alcolock, una scatoletta la cui installazione può essere imposta sull’auto di un conducente beccato o beccata con un tasso alcolemico nel sangue superiore allo 0,8%, che di fatto impedisce l’avvio del motore nel caso in cui rilevi alcol nell’espirato del/della conducente.
Questa sanzione però al momento è in “stand by” e quindi inapplicabile, perché dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non sono arrivati i decreti attuativi. Il fatto è che si stanno ancora studiando questioni di non poco conto, come le specifiche tecniche del dispositivo e chi e come potrà installarlo.
Se è già chiaro a tutte e tutti che la questione non si potrà facilmente affrontare solo limitando il consumo e allargando i tempi, vediamo allora i consigli e le soluzioni proposte dalle varie associazioni del settore.
IN TEMA RISTORANTI, molti si stanno dotando di kit di rilevazione del tasso alcolemico, da offrire alla clientela. Assoenologi, poi, ha lanciato l’iniziativa “Portami a casa” che coinvolge produttori di vino italiani e gestori di locali: quando non sarà possibile consumare per intero la bottiglia ordinata, ai clienti verrà fornito un sacchetto per portarla a casa. Arrivano insomma delle shopper personalizzate, fornite direttamente dai produttori, che ci permettono di trasportare dal ristorante a casa il nostro vino avanzato “in sicurezza e legalità”.
IN TEMA CANTINE, il Movimento Turismo del Vino, la cui la presidente nazionale è Violante Gardini Cinelli Colombini, non è stato a guardare e ha studiato azioni per aiutare le cantine ad adattare alle nuove norme (e ai nuovi timori) le esperienze che andranno a proporre al proprio pubblico nella stagione turistica che sta per incominciare.
Non più solo bere la sera al ristorante, dunque, ma fare dell’assaggio del vino un momento all’interno di un’esperienza più ampia. Un terzo delle cantine, infatti, ha una struttura ricettiva in cui poter passare la notte; alcune dispongono di un’area sosta per camper e, ancora, un terzo delle cantine propone attività come trekking e passeggiate a cavallo “che potrebbero impegnare le due ore successive all’assaggio”, attività all’aria aperta per far trascorrere il tempo necessario a smaltire quanto bevuto per poi rimettersi alla guida in sicurezza. Alcune, invece, invertendo il programma d’abitudine, stanno pensando di proporre la degustazione all’arrivo e, a seguire, le altre attività.
L’industria vinicola europea è ben consapevole di trovarsi da qualche tempo a un bivio cruciale e oggi le tradizioni devono confrontarsi sia con le nuove tendenze, sia con le mutevoli esigenze dei consumatori.
Quel prodotto vino, che per molti Paesi è simbolo di cultura e identità, si trova così al centro di un dibattito acceso nel quale la crescente domanda di opzioni più salutari e a basso contenuto alcolico, introduce il tema dei vini dealcolati, un argomento che è diventato in pochissimo tempo di grande rilievo.
La necessità di sedurre i consumatori, soprattutto i più giovani, con prodotti sempre innovativi, fa vedere a molti un’opportunità per espandere il mercato e raggiungere nuovi consumatori e consumatrici. Altri, invece, temono che il vino in questa versione andrà a minare il mercato del prodotto tradizionale. Altri ancora, bollano semplicemente il fenomeno come una moda passeggera che a breve verrà dimenticata. La ragione, viene allora da domandarsi, da che parte sta?
In questo scenario complesso, molti e molte trattengono le proprie posizioni, in cerca di un equilibrio capace di garantire al contempo trasparenza, consapevolezza e meno incerti spazi di azione. Torneremo allora a breve sull’argomento per esplorare con un approfondimento le sfide e le opportunità che il vino dealcolato porta con sé e lo faremo attraverso un’analisi delle recenti riforme politiche e delle posizioni che in tema di dealcolato vedono opporsi progressisti e tradizionalisti. Stay tuned!