Violenza. Fondo pari opportunità: D.i.Re sollecita trasparenza e coerenza nella distribuzione delle risorse.
“Una buona notizia, che da sola non basta”. D.i.Re, Donne in rete contro la violenza, commenta così l’approvazione del 10 maggio 2018, in Conferenza Stato-Regioni, del piano di riparto del ‘Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità’ per l’anno 2018 – ai sensi dell’art. 5-bis della legge 119/2013 – finalizzato al potenziamento delle forme di assistenza alle donne vittime di violenza: 20 milioni di euro distribuiti dal Dipartimento Pari Opportunità alle Regioni e destinati in parte anche ai centri antiviolenza e alle case rifugio.
“Come rete nazionale dei centri antiviolenza accogliamo con favore la notizia e apprezziamo l’incremento dei fondi stanziati dalla legge di bilancio. Siamo però consapevoli che ancora una volta la maggior parte delle Regioni, nonostante i criteri stringenti individuati nell’ambito dell’Osservatorio nazionale sulla violenza di genere, distribuiranno le risorse con modalità disomogenee sui territori, con scarsa trasparenza e con tempi inadeguati ai bisogni”, afferma Lella Palladino, presidente di D.iRe.
“Sappiamo che in realtà sono pochissimi i centri antiviolenza rispondenti ai requisiti minimi previsti dalla normativa e che spesso, in assenza di un monitoraggio centrale e attento, in tanti autocertificano esperienze e competenze”, spiega Palladino. “Abbiamo più volte sollevato l’attenzione su questa situazione che permane da diverse annualità e che ha esposto a rischio la sopravvivenza dei centri antiviolenza storici nati dal movimento delle donne”.
“Vogliamo sperare che il nuovo governo non arresti il difficile avanzare del riconoscimento delle libertà e dell’autodeterminazione delle donne con politiche securitarie ed emergenziali e che sappia porsi in continuità con quanto realizzato finora, riconoscendo il valore e la competenza di chi da anni lavora per consentire alle donne di vivere libere dalla violenza”, prosegue la presidente di D.i.Re.
“L’ISTAT e il CNR stanno avviando una ricognizione del numero e della qualità dei centri antiviolenza e delle case rifugio sui diversi territori: ci auguriamo che questa indagine faccia finalmente chiarezza e che in futuro le risorse a disposizione delle Regioni siano davvero distribuite a chi lavora ogni giorno per la prevenzione e il contrasto della violenza maschile sulle donne”, conclude Palladino.