Vis non grata puellae. Sul processo per stupro di Tempio Pausania
Riceviamo da UDI di Napoli, Arcidonna, Associazione Salute Donna, Aps Psy-com CSR Protocollo Napoli, Stefania Cantatore, Gabriella Ferrari Bravo, Ester Ricciardelli, Rosa Di Matteo, Elvira Reale:
L’uso cinico del diritto alla difesa degli imputati nel processo ai presunti colpevoli dello stupro di Porto Cervo, tra i quali spicca Ciro Grillo, si deve alla spregiudicatezza dei difensori e sicuramente alla pervicacia dei difesi. Le frasi pronunciate, che esprimono l’intento denigratorio della vittima, fanno impressione e rendono incongruente il termine “medievale”, scelto per definirle. Non è necessario tornare alla storia del medioevo: basta pensare a ciò che succedeva nel non tanto lontano 1979, quando grazie al valore di Tina Lagostena Bassi, alla progettualità delle femministe e alla regia di Annabella Miscuglio e Loredana Rotondo si produsse un film “processo per stupro” dove fu messo sotto accusa un sistema difensivo e giudiziario che trasformava le vittime in accusate e gli stupratori a loro volta in vittime.
Non siamo tornate né al medioevo né al 1979, siamo qui di fronte a un patriarcato che ha tre teste e che le usa tutte e tre per schiacciare le accuse e impaurire le donne.
La testa politica, ben piantata nel sistema, difende i suoi cuccioli impotenti prima ancora di giungere al giudizio. La testa mediatica che guida la diffamazione sui social. e anche su qualche foglio, la testa giudiziaria che spesso ignora le norme delle convenzioni per lo svolgimento dei processi. Il patriarcato esiste e ha tre teste contro una sola vittima.
Stupro di gruppo è un’accusa ancora più infamante del reato commesso da una sola persona e segna il fallimento sessuale di maschi che senza pubblico non riescono a qualificare la loro individualità, maschi che non conoscono il sesso consensuale perché in quel caso non c’è sesso.
Ma tant’è siamo a chiedere giustizia per una donna che, dal coraggio di denunciare, dovrà trovare il coraggio di vivere dopo essere stata sotterrata dalle ingiurie.
Tina Lagostena Bassi, in quel processo per stupro, passò dall’essere patrocinatrice della parte civile a ricoprire “abusivamente” il ruolo di pubblico ministero. Ma vinse il processo, dando vita ad una svolta e a uno scoppio di gioia di un movimento che non si è fermato e non deve fermarsi ora.
Alla prossima udienza del processo ai presunti stupratori di Porto Cervo ci saremo. Saremo a Tempio Pausania.
UDI di Napoli, Arcidonna, Associazione Salute Donna, Aps Psy-com CSR Protocollo Napoli, Stefania Cantatore, Gabriella Ferrari Bravo, Ester Ricciardelli, Rosa Di Matteo, Elvira Reale